
(Tommaso Merlo) – Altra notte di bombardamenti su Gaza nel silenzio dei media occidentali. Decine di vittime civili innocenti tra cui una giovane donna incinta, ma il suo bambino è riuscito a nascere comunque e sta bene. In un orrore senza fine, un segnale di speranza. Se quelle occidentali fossero democrazie autentiche e coerenti coi valori che predicano, avrebbero imposto da mesi un rigido embargo contro Israele per fermare il genocidio e spedire Netanyahu e il suo governo di fanatici nelle fogne della storia dove meritano. Ed invece nulla. Dai palazzi solo parole vuote e frasi fatte mentre decine di migliaia di esseri umani innocenti ed indifesi vengono sterminati come fossero animali. Una vergogna che segnerà per sempre non solo il funesto futuro di Israele, ma anche di queste classi dirigenti occidentali che per la loro ipocrita inerzia si sono rese di fatto complici del genocidio. Ma non tutto il male viene per nuocere. Non si rendono conto che quello di Netanyahu è un suicidio personale e collettivo e lasciandolo fare contribuiscono alla fine di Israele. Tra qualche giorno Netanyahu parlerà addirittura davanti al Congresso americano a Washington. Davvero da non credere. Invece di venire arrestato per crimini di guerra, gli viene concesso il privilegio di parlare davanti al parlamento degli Stati Uniti e questo solo perché la lobby pro Israele compra da decenni la politica ed media occidentali a suon di dollari. Biden meriterebbe di venire politicamente tumulato più per questo che per la demenza galoppante. Per le strade di Washington è prevista una oceanica manifestazione di protesta e sdegno ed è proprio questa la novità che cambierà la storia. Il criminale progetto coloniale israeliano è riuscito per anni a manipolare anche l’opinione pubblica occidentale oltre che i potenti, spacciandosi come vittime invece che carnefici. Ma il vento è cambiato. La brutalità del genocidio a Gaza, nuove tecnologie ma anche consapevolezze, hanno aperto gli occhi al mondo intero e in quello di domani non ci sarà più posto per certe vergogne. Né a Gaza né a Washington né si spera nella vecchia ed ipocrita Europa che non a caso si riaffida ad un ponzio pilato come Ursula von der Leyen. Nel frattempo Tel Aviv viene colpita da droni provenienti dello Yemen e la Galilea è in fiamme mentre continua il controesodo di ebrei da una terra santa diventata maledetta. Per loro il progetto israeliano è già fallito, un fallimento morale ma anche pratico. Ma la grande novità del momento è la svolta nella lotta di liberazione palestinese. Il Tribunale dell’ONU ha sancito quello che sanno tutte le persone libere ed oneste da decenni, quello israeliano è un progetto di annessione illegale e violento di terre e risorse che appartengono ai palestinesi. Una sentenza storica che colpisce al cuore l’ipocrisia sionista e ridicolizza farneticazioni bibliche d’altri tempi. Occupazione, apartheid, violazione dei diritti umani, non sono parole da estremisti ma realtà dimostrata legalmente dalla principale corte internazionale. Altra mazzata per Netanyahu e i suoi complici, ulteriore vergogna per l’amministrazione Biden che lo ospita invece di arrestarlo. Ma le chiacchiere stanno a zero, parlano i fatti degli ultimi mesi. La diga della manipolazione di massa è saltata, le istituzioni internazionali si sono mosse ed è solo questione di tempo prima che i responsabili dell’ennesimo genocidio ne rispondano. La popolazione a Gaza intanto è allo stremo e nel silenzio dei media continuano i bombardamenti. Ieri notte è stata uccisa una giovane donna incinta ma il suo bambino è riuscito a nascere comunque e sta bene. In un orrore senza fine, un segnale di speranza.