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Panem et circenses, Macron e il cambiamento

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(Tommaso Merlo) – Macron è riuscito a rovinare anche la cerimonia olimpica. Ha ridotto gli atleti a turisti qualunque piazzandoli sui battelli a salutare i muri. Il tutto sotto una pioggia battente. Un genio e pure fortunato. Lui all’asciutto e tutti gli altri impacchettati nel cellofan come polli per non prendersi qualche malanno. Atleti e spettatori uniti dallo stesso misero destino in una città grigia e militarizzata per paura di attentati ma non solo. Macron è talmente amato dai francesi che hanno manomesso le ferrovie nazionali pur di boicottare la cerimonia e fargli fare une figure de merde globale. Nemmeno ai tempi di Luigi XVI e Maria Antonietta si respirava tanto livore. Ma del resto oggi ai francesi del circenses gliene frega ben poco, il problema è il panem. Anche oltralpe lavorano come muli per portare a casa due spiccioli di stipendio e di pensione, costa tutto un botto, i servizi pubblici arrancano mentre Macron e i suoi amichetti delle lobby si trastullano nei palazzi liberty tra tartine di lumache e abiti di sartoria. Le distrazioni al popolino non mancano, il problema è che le brioches non riempiono. I francesi vogliono cambiamento radicale, vogliono un minimo di giustizia sociale e una politica genuina che affronti i loro problemi invece di prostituirsi ai potentati di turno. E se non bastasse, Macron di notte ha pure il vizietto di travestirsi da Napoleone e scalpita su e giù sognando la Campagna di Russia in sella ad un cavallo bianco, vuole la guerra con lo Zar nella speranza di tenere uniti i suoi sudditi e sfamare i suoi sogni di gloria. Anche per questo i francesi stanno limando la ghigliottina ed aspettano con ansia il momento propizio. Vogliono panem e anche pax, altro che circenses. Ma queste olimpiadi cadono a fagiolo per Macron come del resto per tutte le illuminate classi dirigenti occidentali. Ci sono ben due guerre in ballo da far digerire all’inquieto popolino. Quella in Ucraina dove miliardi di soldi pubblici vengono spesi in armi invece che in ospedali, scuole e lavoro e poi c’è il genocidio a Gaza da negare. Livelli di ipocrisia che la propaganda occidentale non aveva mai nemmeno osato raggiungere. Contemporaneamente e con una naturalezza agghiacciante, sostengono un popolo invaso in Ucraina ed un popolo invasore in Medio Oriente. Nella cerimonia più triste e malriuscita della storia olimpica infatti, la delegazione Russa non ha sfilato sotto i ponti della Senna e questo perché ritenuti indegni dato che occupano terre altrui a suon di bombe violando libertà e diritti umani, la stessa identica cosa che fa Israele in Palestina dal 1948. Eppure Israele è stato inviato eccome e la sua delegazione è pure super protetta dato che è diventato paese più detestato del pianeta. Un odio dovuto ovviamente ad un mondo cattivo e pure antisemita e non certo al loro sanguinario progetto coloniale. Perfino l’ONU ha sancito l’apartheid e l’illegalità dell’occupazione dei territori palestinesi e sta predisponendo un processo internazionale per crimini contro l’umanità. Eppure l’Occidente fa spallucce e questo perché oggi come oggi comandano i soldi. Il più ricco decide chi sta dalla parte giusta della storia e chi no. Una moralità basata sul potere materiale e sulla potenza distruttiva delle armi che ci si può permettere. Il resto sono solo chiacchiere da campagna elettorale. Lo sanno bene i politicanti alla macron che si trastullano nei palazzi liberty tra lobby e tartine. La bella notizia è che sotto alla loro finestra il mondo sta cambiando rapidamente e sopporta sempre meno le ipocrisie occidentali. Un mondo che sta evolvendo scalpita per eleggere classi dirigenti all’altezza delle loro nuove consapevolezze e girare pagina per sempre.


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