All’Economia – L’avvocato Alessandro Dagnino è nello studio legale fondato nel 1971 dal presidente della Regione, che poi ne ha trasmesso la guida al rampollo Roberto

(Di Saul Caia – ilfattoquotidiano.it) – Palermo. Sono uomini di fiducia, scelti dalla politica nei ruoli cardine. Silvio Berlusconi affidò al suo legale Cesare Previti il ministero della difesa. Il governatore siciliano Renato Schifani ha invece scelto, come assessore all’economia, l’avvocato Alessandro Dagnino, già partner dello studio Pinelli-Schifani, fondato nel 1971 da Nunzio Pinelli e proprio dall’ex presidente del Senato che, intrapresa la carriera politica, ha lasciato le redini al figlio Roberto. L’avvocato tributarista palermitano 48enne è stato nominato qualche giorno fa, nel nuovo rimpasto di giunta.
Docente universitario, Dagnino è stato presidente della finanziaria per lo sviluppo della Sicilia Spa (IRFIS) sotto la giunta Nello Musumeci, oltre ad aver avuto numerose consulenze per assessorati, dipartimenti, partecipate e commissioni regionali.
Sul suo sito web risulta che “nel 2008 lo studio legale Dagnino ha stipulato un accordo di alleanza con lo studio legale Pinelli-Schifani, per effetto del quale i due studi, pur mantenendo la loro individualità, hanno condiviso le rispettive risorse ed avviato congiuntamente alcuni progetti di sviluppo e di comunicazione, sotto l’egida Pinelli Schifani & Dagnino – studi legali”.
Nel suo curriculum Dagnino scrive che la partnership sarebbe terminata nel 2014. Eppure nell’elenco della rivista Capital del 2021, in cui sono segnalati i “migliori avvocati e i migliori studi legali dei territori”, Nunzio Pinelli è citato in qualità di componente dello studio “Pinelli Schifani & Dagnino (Palermo)”.
La nomina di Dagnino rafforza la posizione del governatore sia dentro Forza Italia, sia con la giunta, considerata l’uscita dell’ex assessore all’economia Marco Falcone, dimessosi dopo l’elezione a Bruxelles. Un peso in meno per Schifani, se si considerano i recenti rapporti non idilliaci con Falcone, tanto che quest’ultimo è persino arrivato a coalizzarsi con il viceré Gianfranco Miccichè, altro nemico giurato di Schifani. Adesso il governatore potrà contare sui fidati shogun Dagnino e Edy Tamajo, assessore alle attività produttive. Quest’ultimo nel capoluogo siciliano ha la sua roccaforte, con il padre Aristide, assessore comunale della giunta di Roberto Lagalla. Tamajo ha aumentato il suo gradimento interno negli azzurri, dopo aver portato migliaia di voti e lasciato lo scranno europeo a Caterina Chinnici, gradita a Tajani. Lo studio Pinelli-Schifani è uno dei più grossi e influenti del paese, ma ci sono altre due curiosità connesse all’isola. Nell’ultimo anno il governatore ha puntato con forza sulla compagnia Aeroitalia, per rompere il cartello Ita e Ryanar, e spingere alla riduzione dei prezzi folli per i biglietti aerei. Aeroitalia, fondata nel 2022, è stata la prima compagnia a firmare un accordo con la Regione per la riduzione dei prezzi dei biglietti acquistati dai residenti nell’isola.
Ma la società è anche finita davanti al tribunale civile di Roma, trascinata da ITA Airways. La compagnia infatti ha un nome e un logo che richiama Alitalia, e per questo ai giudici è stato chiesto di “inibire l’uso del marchio, anche sotto forma di logo per presunta confondibilità” con la vecchia compagnia di bandiera. A chi ha affidato Aeroitalia la sua difesa in giudizio? Allo studio Pinelli-Schifani. Lo scorso febbraio i giudici hanno dato ragione ad Aeroitalia, perché “non esiste una confondibilità tra” i due marchi.
L’altra storia, scritta lo scorso anno dal Fatto e portata in assemblea regionale dal deputato Ismaele La Vardera, è legato a un terreno a Capaci, che la sovrintendenza siciliana ai Beni Culturali e ambientali aveva inizialmente destinato a “verde agricolo”, superando il contenzioso tra il Comune, che voleva farci una scuola, e il privato, l’imprenditore Massimo Romano, titolare della società proprietaria dell’area, che voleva un supermercato. Poche settimane dopo la sovrintendenza fa retromarcia e destina l’area a “uso commerciale”. Forse, negli uffici regionali, temevano che lo studio Pinelli-Schifani, che difende gli interessi di Romano, potesse chiedere un risarcimento milionario.