
(Tommaso Merlo) – In Terra Santa si scruta il cielo in attesa della tempesta di missili che dall’Iran e dal Libano colpirà Israele. Musulmani che accorrono in difesa di altri seguaci di Maometto mentre gli ebrei si nascondono nei bunker e contano sul supporto dei cristiani a stelle e strisce. Religioni abramitiche con la stessa radice profetica ma che strada facendo si sono ramificate fino a ritenersi credenze a sé. Abramo proveniva dal Golfo Persico per ironia della sorte e dopo peripezie raccontate dalla Bibbia ma anche dal Corano, oggi riposa ad Hebron, una città palestinese parzialmente occupata illegalmente dagli israeliani. Riposa presso la Tomba dei Patriarchi, un luogo simbolo per eccellenza dell’odio che ha infestato la Terra Santa negli ultimi decenni. Ancora oggi ad Hebron musulmani, ebrei ma anche cristiani pregano nello stesso luogo, lo stesso profeta, ma con entrate separate e non appena escono si tirano pietre e spazzatura addosso. Come se avessimo radici profetiche comuni ma un Dio differente che detesta quello altrui. Oltre a sapere cosa sia Dio, i più facinorosi sono anche sicuri che stia dalla loro parte e sanno pure cosa voglia al punto da agire in suo nome. E stando ai meri fatti, pare che il loro Dio sia alquanto guerrafondaio dato che da secoli e secoli passano il tempo ad odiarsi e combattersi a vicenda. Dai regni biblici fino alle crociate arrivando al genocidio a Gaza. Lo scopo ultimo è lo stesso, quello di piantare la propria bandiera su Gerusalemme, la grande contesa dalle tre religioni monoteiste. Stessa radice profetica e perfino stessa dimora. Per gli ebrei capitale del Regno d’Israele, per i cristiani dove è morto e risorto Gesù, per i musulmani dove è avvenuta l’ascesa al cielo del profeta Maometto. Tutto avvenuto tra le stesse colline, sulle stesse pietre marroncine, in pochi metri quadrati. Episodi profetici che si perdono nella notte dei tempi, tramandati dai testi sacri, custoditi dalle religioni e manipolati dagli uomini a seconda delle proprie mire materiali generando tragedie immani. Credenze spacciate come verità assolute e tutti convinti di essere nel giusto. Come se non vi fosse un solo Dio per tutti, ma uno per ogni fazione che ci sprona a sconfiggere il Dio altrui con tutti i suoi fedeli. Dio sfruttato a fini egoistici, religioni sfruttate a fini politici. Tutti con la verità in tasca come se a noi comuni mortali fosse concesso conoscere l’aldilà e non vivessimo invece in un immenso mistero chiamato vita. Basterebbe questa ammissione di buon senso per fare tutti un passo indietro, per posare le armi e per convivere pacificamente nel rispetto reciproco il tempo che ci è concesso. Basterebbe riuscire ad ammettere i nostri limiti, la nostra ignoranza, la nostra impotenza di esseri umani in viaggio su questo pianeta sperso nell’universo, per riscoprire la sapienza degli antichi profeti e goderci insieme la vita invece di rovinarcela a vicenda. Conquistando Terre Promesse dentro di noi invece che fuori. Ma bisogna attendere che passi anche questa tempesta di missili per ritrovare la speranza.