(Giancarlo Selmi) – “Ha stato Conte”, è diventato il motto che condiziona e ossessiona le vite di molti. Tanto ossessionati dall’ex PdC, da rendere compatibile al motto qualunque cosa. E così, cade un cornicione a Ischia? Ha stato Conte! Heidi cade in un burrone? Ha stato Conte! Un Senatore lascia il Movimento e va con Forza Italia? È colpa di Conte!
E così l’esercito si ingrossa. Ai soliti nemici, ogni nanosecondo, se ne aggiungono altri. È il caso dei trombati, alcuni di loro espulsi da Grillo per il mancato voto di fiducia a Draghi, i quali, in uno strano e misterioso contorsionismo intellettuale, difendono Grillo, il loro carnefice, per attaccare Conte. “Nunzia va bene il rosmarino? Annarè tutto fa brodo!”
È curioso che tutti questi politologi e statisti, nati a Stacippa, conoscano così bene le ragioni e i motivi del calo di voti del Movimento. Bellissime le analisi, le lettere, le interviste. Tutte con le stesse banalità, le stesse parole d’ordine. Gli stessi refrain, come in una sorta di tormentone estivo. Le colpe di tutto, ovviamente, sono di Giuseppe Conte.
Ma la cosa più strana consiste nel fatto che, tutti questi fenomeni, a cominciare da Casaleggio per finire all’ultimo dissidente, non abbiano neppure i voti delle rispettive famiglie. Voti che, invece, ha Conte. E che rappresenta, finché sarà presente e resisterà all’impulso di mandare a quel paese una comunità infiltrata da una quantità non sostenibile di minus habentes, la ragione stessa della resistente esistenza di quella stessa comunità.
Altro che “torneremo al 33%”, “ritorneranno gli astenuti” e altre simili amenità. L’unica defezione che non sarà tollerabile sarà quella di Conte. Qualora molti dei fenomeni citati non volessero tornare a spazzolare il mare. E qualcuno non volesse rinunciare a inutili consulenze faraonicamente pagate.