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Ucraina, ora Zelensky chiede carta bianca. Putin contrattacca: “Dura risposta”

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I conflitti mondiali a tappe

(Di Michela A.G. Iaccarino – ilfattoquotidiano.it) – Inizia il settimo giorno dell’assalto ucraino in Russia: questa incursione oltre confine, dicono a Kiev, è “offensiva”. Arriva dopo settimane e mesi di infrenabile avanzata russa, che ora rallenta. La stoccata ucraina è profonda 30 chilometri: una lama di migliaia di uomini in divisa gialloblu, mezzi corazzati ed armamenti è stata infilzata nel fianco russo, dove Mosca invia in queste ore anche le sue riserve.

La Difesa russa riferisce che le unità del gruppo Nord “hanno respinto il tentativo delle truppe nemiche” di penetrare ancora di più nelle profondità di Kursk. Mentre 8 mila civili hanno lasciato lasciato le loro case nelle aree di confine (lo ha riferito il ministero delle Emergenze della Federazione) il Cremlino tenta di minimizzare la portata delle azioni di Kiev agli occhi della sua popolazione stupita. Secondo l’Istitute for the Study of war è per questo che è stato dichiarato il regime anti-terrorismo e non lo stato di guerra o la legge marziale nella regione maggiormente presa di mira dagli avversari.

Per questa beffa
dolorosa la Russia promette vendetta; le ritorsioni sono già iniziate con attacchi aerei lanciati su tutta l’Ucraina: in totale la Federazione ha scagliato 57 droni d’attacco iraniani e solo 53, ha riferito l’aviazione ucraina, sono stati distrutti dalle difese aeree. Si aggiungono al bilancio di oltre 30 missili e 800 bombe aeree sganciate dai russi nell’ultima settimana. Ieri esplosioni anche ad Odessa, dove si torna nei rifugi al suono delle sirene; bombe anche nella regione di Dnipropetrovsk. Due vittime e tre feriti a Kiev, morto anche un bambino di quattro anni colpito da un missile che il presidente ucraino ha riferito essere nordcoreano. “Solo dai distretti della regione di Kursk sono stati effettuati quasi duemila attacchi sulla nostra regione di Sumy”: per ognuno di quei colpi d’artiglieria, mortai e droni, Zelensky ha promesso “una giusta risposta”.

Ma richiede agli alleati anche uno scudo aereo totale “in grado di proteggere tutte le nostre città e comunità, per fermare veramente il terrorismo russo”. Dai partner, di cui si è detto grato, vuole però “decisioni forti”. Ovvero “l’eliminazione di ogni restrizione sulle azioni difensive”. Lo aveva già detto in passato, una delle ultime volte a luglio scorso: “Se vogliamo vincere bisogna che i partner eliminino tutte le restrizioni” sugli armamenti inviati (il nullaosta ottenuto da Biden sull’uso delle armi occidentali risale a maggio: il presidente Usa aveva concesso agli aggrediti di attaccare obiettivi a ridosso della frontiera, oltre il confine russo ma non aveva abolito il divieto sull’uso delle armi a lungo raggio).

Lo scopo dell’operazione
lanciata da Kiev oltre confine (su cui molti, anche tra gli alleati, si sono interrogati) lo ha spiegato un alto funzionario ucraino, a condizione di anonimato, alle agenzie Usa ieri: l’obiettivo è “destabilizzare la Russia, mostrare le sue debolezze”, “i russi hanno problemi di coordinamento e preparazione”. (Sono parole che fanno eco a quelle usate ieri da Zelensky: “Portare la guerra nel territorio dell’aggressore”). Intanto, uno dei risultati dell’incursione è già stato raggiunto: “Ha elevato il morale dell’esercito, dello stato e della società”; anche se sul campo di battaglia la pressione ad est continua, i russi “non stanno ritirando truppe dalla zona”, ma l’intensità degli attacchi è diminuita. Gli ucraini non vogliono “annettere” il territorio conquistato nel Kursk, ha spiegato l’ufficiale, né causare incidenti atomici: “Non creeremo problemi alla sicurezza nucleare”.

Scontri al nuovo fronte sono in corso a Tolpino e Obshchy Kolodez. Contro l’attacco sferrato per “intimidire la pacifica popolazione russa” (si è espressa così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che come molti altri al Cremlino ha promesso vedetta) si fa tutto il possibile, ha assicurato il governatore della regione Aleksey Smirnov: “Stanno arrivando altre forze e fondi” a Kursk, dove intanto continuano a scappare migliaia di civili, proprio come accade dall’altro lato del confine a Sumy.


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