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Cari amici 5 Stelle, il limite dei due mandati va abolito

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(Di Mauro Coltorti, ex senatore M5S – ilfattoquotidiano.it) – La “costituente” del Movimento 5 Stelle è in preparazione e uno dei temi caldi è il doppio mandato. Amici carissimi del Movimento, come la Senatrice Mariolina Castellone, sostengono, come d’altra parte sostiene Beppe Grillo, che si dovrebbe mantenere. Io sono per la sua completa abolizione. Infatti un limite al numero dei mandati non era stato stabilito dai nostri padri costituenti.

Per quale motivo si vuole un limite ai mandati? C’è la diffusa convinzione che il “potere” e i lauti stipendi parlamentari corrompono chi li prende, e limitando i mandati si limita il rischio di corruzione. Ma come ha dimostrato il recente passaggio del senatore del Movimento Antonio Trevisi a Forza Italia i cambi di casacca, i voltagabbana, possono verificarsi anche tra quelli del primo mandato. Anzi quelli che, come il sottoscritto, hanno passato le vicende del governo Conte 1 e 2 e del governo Draghi rimanendo sempre fedeli al mandato parlamentare avuto dai cittadini, hanno lottato con le unghie e con i denti per i beni comuni e per realizzare il programma del Movimento, restituendo continuamente parte del proprio stipendio e rinunciando alle indennità parlamentari hanno dimostrato con i fatti di essere “grillini” nell’anima e dovrebbero proseguire la loro opera.

Io ho scelto di non ripresentarmi perché, se fatto con impegno, è un lavoro massacrante in cui tutto il resto viene messo da parte. L’esperienza in qualsiasi attività è un fattore determinante e fare il Parlamentare forse non è un lavoro, il lavoro più bello e nobile del mondo, se uno crede nella politica come impegno al servizio della comunità. Catapultati nella macchina parlamentare spesso senza o con poca esperienza si passano mesi a rendersi conto dei modi migliori per incidere positivamente sulla realtà del paese.

Dopo quasi 5 anni passati come Presidente della VIII Commissione Lavori Pubblici, Infrastrutture, Trasporti e Telecomunicazioni avevo iniziato a comprendere le principali regole ma non i trucchi che i veterani della politica (p.e. Calderoli) usano continuamente. Quelli si apprendono con l’esperienza e non c’è altra strada che farla. Per evitare che chi viene eletto usi la carica a scopi personali il Movimento ha i probi viri che dovrebbero controllare e verificare sino a espellere chi si comporta male. Funzionano poco? Potenziamoli.

Ovviamente se tutti i partiti politici adottassero il medesimo criterio si potrebbe pensare a un limite di mandato ma se lo applica solo il Movimento significa autolimitare le proprie potenzialità. In ogni attività l’esperienza è fondamentale e come può non esserlo per l’attività parlamentare dove ci sono regole che cambiano continuamente? Si vuole “evitare che la politica diventi un affare privato”? Si selezionino meglio i propri rappresentanti anche se è quasi impossibile difendersi da “tradimenti” come quello di Luigi Di Maio, Fabio Massimo Castaldo o Antonio Trevisi. Ma se non ci fosse stata la regola del “doppio mandato” che poneva fine alla loro attività parlamentare questi “signori” si sarebbero comportati nel modo ignobile che hanno avuto?

Insomma il Movimento deve crescere e dar fiducia a chi lavora bene. Solo la selezione di persone competenti garantisce una politica di qualità sebbene le competenze non dovrebbero essere cercate solamente tra gli iscritti ma anche nella società civile altrimenti si corre il rischio che attivisti e simpatizzanti eleggano chi conoscono, che non necessariamente risponde alle esigenze di un’azione politica incisiva e di qualità.


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