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Carceri: solito copione estivo per i soliti noti

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(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Funziona così: per tutto l’anno (e in tutti gli anni di cui si ha memoria) le condizioni bestiali dei detenuti nelle carceri italiane vengono accuratamente ignorate dalla politica (e dunque dai giornali in funzione gregaria) finché, ma tu guarda, con il giungere della calura estiva l’“emergenza carceri” deflagra con la consueta impennata dei suicidi dietro le sbarre e con i corpi ammassati nelle celle in condizioni disumane.

A quel punto, la politica, con l’informazione unica a rimorchio, prende a trasudare (in locali ben climatizzati) indignazione e disgusto. Subito si annunciano provvedimenti urgenti e indifferibili che vanno dall’abolizione di specifici reati politici, quali l’abuso d’ufficio, alla modifica del reato (squisitamente politico) del traffico di influenze. Con relativa stretta alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche (perlopiù di contenuto politico) ma, soprattutto, ça va sans dire, con la limitazione del ricorso alla carcerazione preventiva, per la parte che riguarda i reati dei cosiddetti colletti bianchi (sinonimo di personale assimilabile al sistema politico amministrativo).

Intorno ai quaranta gradi s’invoca l’abolizione della legge Severino, quella sulla incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per chi fa politica. Con tassi d’umidità sopra la media stagionale ecco l’accenno, neppure tanto velato, del Guardasigilli di turno, garantista tutto d’un pezzo, secondo il quale a proposito della reiterazione di quel determinato reato che tanto gli sta a cuore, “il pericolo non può essere desunto dal rimanere in carica dell’amministratore pubblico accusato di corruzione”, che dunque va lasciato al suo posto (prossima riforma intitolata al martirio di Giovanni Toti).

Cosicché, mentre la politica senza vergogna si procura una bene affilata lima legislativa per meglio evadere (favoleggiando il comico naturale Nordio di mirabolanti “progetti” per arrivare a “15-20 mila detenuti in meno”) i cosiddetti poveri cristi continueranno a marcire per il resto dell’anno. Affidandosi ai consueti metodi, gli unici realmente efficaci, per contenere i numeri della popolazione carceraria – ovvero: l’impiccagione tramite lenzuola, il dissanguamento tramite taglio delle vene e ogni altro sistema di autolesionismo.

Nel frattempo, la politica rimpannucciata prepara, per il sole calcinante che verrà, la prossima, urgente, urgentissima campagna contro il sovraffollamento nelle carceri. Dal titolo: rubate (molto) e vi sarà aperto.


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