Reazione – Il teorema: “colpite me per colpire il governo”

(ilfattoquotidiano.it) – La sindrome del complotto sfocia nel “chiagni&fotti”. La strategia non sorprende neanche più, perché la reazione scomposta della destra in difesa di Arianna Meloni, dopo che il Giornale ha millantato un asse pm-giornali-Renzi contro di lei, somiglia all’atteggiamento già mostrato dalla sorella della premier quando, in passato, ha dovuto rispondere a contestazioni politiche.
Qualche giorno fa, dopo il pezzo del Fatto sul coinvolgimento di Arianna in una riunione sulle nomine Rai, lei ha sbottato su Facebook lamentando una manovra per colpire la premier: “A questo punto mi chiedo, ma non sarà una strategia? Una strategia messa a punto e studiata non per distruggere me, che chiaramente come militante poco conto, ma magari per infangare e dipingere la sorella del Presidente del Consiglio come traffichina e melmosa? Non credo che si riuscirà nell’intento, mia sorella non perderà le staffe e continuerà il suo lavoro”. Sempre a proposito di Rai, Arianna Meloni aveva liquidato come “giornalismo gossipparo creativo” i retroscena che la davano vicina a Stefano De Martino, conduttore che sta facendo una grande carriera nel servizio pubblico.
Ma è su Facebook che il vittimismo si mischia di più al complottismo. Quando la 5S Vittoria Baldino parlava di “familismo” in riferimento a FdI, ecco la reazione di Arianna: “Farebbe almeno bene a non giudicare la storia di chi – pur avendo quella militanza politica alle spalle – a differenza sua non percepisce uno stipendio da 10 mila euro al mese pagato dai cittadini”. Contro L’Espresso, che aveva fatto uscire un articolo sul suo peso politico dentro FdI, l’accusa di gettarle fango addosso solo per colpire la sorella: “Si accaniscono su di me, invece, perché sono una brava persona e sono l’anello debole da colpire per colpire indirettamente il Presidente del Consiglio”. Fino al caso della vignetta di Natangelo che prendeva in giro il ministro Francesco Lollobrigida e le sue sparate sulla sostituzione etnica. Le sorelle Meloni se la presero a morte, anche in quel caso facendone una questione personale di attacco alla premier: “Se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro”, disse Giorgia. Ora, la storia si ripete.