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Attivisti e cavilli statutari, le ultime carte del fondatore

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Fedelissimi – Con Beppe: Raggi, Toninelli e Cominardi Mentre è pura fantasia l’ipotesi di un’alleanza con Alessandro Di Battista

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Il deputato, un veterano, compulsa il post di Grillo. E non ha dubbi: “Inizia la lettera rivolgendosi agli attivisti, non so da quanto non lo facesse. Glielo dico io, Beppe è già in trincea per influenzare il voto nell’assemblea costituente”. Ergo, il fondatore ha fatto la prima mossa nella partita della Costituente. Un appuntamento che Grillo non avrebbe voluto ma che forse non può più fermare. Certo, lo scontro con Conte potrebbe anche tracimare in tribunale, anche se per ora di indizi in tal senso non ce ne sono. “E poi sul piano giuridico Giuseppe è tranquillissimo, si sta procedendo secondo lo Statuto e il nuovo simbolo non appartiene a Grillo” giurano fonti vicine al presidente del M5S. Per ora il fondatore proverà a spostare dalla sua parte gli attivisti, quelli che i due mandati non vorrebbero toccarli. “Sulle chat in diversi hanno dato segnali positivi sul suo post” racconta una parlamentare. Grillo prova a scuotere il corpaccione del M5S, quelli che fanno i banchetti. Ma tra gli eletti ha pochissime truppe. E il nome più conosciuto ovviamente è Virginia Raggi, che ieri nella chat dei consiglieri romani ha rilanciato il post del fondatore. Un suo fedelissimo è anche Claudio Cominardi, da lui voluto fortissimamente come tesoriere del Movimento. Poi c’è Danilo Toninelli, membro del Collegio dei probiviri, l’unico ieri a esporsi pubblicamente per il Garante: “Parole sante quelle di Grillo! Al M5S serve solo un ritorno al futuro, non un ritorno al passato”. Mentre è pura fantasia l’ipotesi di un’alleanza con Alessandro Di Battista. L’ex deputato e Grillo non si sentono da anni, e nel 2022 il fondatore pose il veto alla sua candidatura nelle Politiche.

Dopodiché Grillo potrebbe provare a complicare le cose all’ex premier giocando sul filo delle norme. E la prima leva è nelle pieghe dell’articolo 10: “Entro cinque giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati sul sito dell’associazione delle votazioni aventi ad oggetto le modifiche del presente Statuto e/o della Carta dei Principi e dei Valori, il Garante può chiedere la ripetizione della votazione che, in tal caso, s’intenderà confermata solo qualora abbiano partecipato alla votazione almeno la metà più uno degli iscritti aventi diritto al voto”. Potenzialmente un’arma, visto che nella Costituente si discuterà di toccare diverse regole, con proposte che poi andranno votate dagli iscritti. Anche se la regola dei due mandati è contenuta nel Codice etico. Ma il punto è che Grillo potrebbe rallentare la macchina. Non è un caso che settimane fa, come raccontato dal Fatto, il Movimento abbia avviato la scrematura degli inattivi nella massa dei circa 170mila iscritti attualmente censiti, così da abbassare la platea. Ma se anche così il Garante non riuscisse a incidere? Nel M5S in diversi si aspettano che possa arrivare anche a bollare come invotabile il nuovo Movimento. “Ma a quel punto dovrebbe anche rinunciare alla sua consulenza da 300mila euro all’anno” ringhiano i contiani. Gli stessi che fanno notare come la sua carica di Garante sia praticamente a vita. “E come fai a difendere i due mandati se tu sei inamovibile?” è l’obiezione, per ora fuori taccuino. Mentre parla drittissimo la vicepresidente dei senatori del M5S, Alessandra Maiorino: “Quando ci si rinchiude nel dogmatismo vuol dire che non si ha più niente da dire”.
@lucadecarolis


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