Il Comitato contro la normativa che spacca l’Italia adesso vuole raddoppiare: «Continua il nostro impegno nell’invitare le persone a firmare sia sul web che nelle piazze, nelle feste di partito, nei luoghi di lavoro»

(di Simone Alliva – lespresso.it) – «Un risultato straordinario contro il tentativo di dividerla non solo in due, ma in più parti. Mettendo il nord contro il Sud». Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde è più che soddisfatto per come sta andando la raccolta di firme contro l’autonomia differenziata che stamattina ha superato mezzo milione di firme. Il “quorum” fissato è stato raggiunto a meno di un mese dall’avvio della raccolta firme, avviata lo scorso 26 luglio. A queste andranno poi aggiunte le migliaia di firme raccolte fisicamente ai banchetti.
Festeggia il Comitato referendario per l’abrogazione della legge Calderoli. «Un risultato davvero straordinario, e per certi versi inaspettato per la sua rapidità, peraltro conseguito in pieno agosto, un mese per nulla favorevole a questo genere di iniziative». Una battaglia sopravvissuta al periodo delle ferie e che ha tenuto il campo malgrado la fretta con cui si è preparata la battaglia. Un referendum sostenuto anche da L’Espresso. «La legge – ha scritto su queste colonne il direttore Emilio Carelli – Rischia di accentuare le disparità tra le Regioni, mettendo a repentaglio l’unità nazionale e la solidarietà sociale che dovrebbero invece essere i pilastri della nostra Repubblica».
Ma cinquecentomila firme sono “solo il primo passo”, sottolineano dal comitato referendario. Prossimo traguardo: sfiorare il milione di firme. «Abbiamo ancora un mese a disposizione e intendiamo utilizzarlo per intero. Proseguirà quindi il nostro impegno nell’invitare le persone a firmare sia sul web che nelle piazze, nelle feste di partito, nei luoghi di lavoro. Contemporaneamente, moltiplicheremo le iniziative per spiegare le ragioni della nostra mobilitazione e i pericoli che corriamo a causa di una legge profondamente sbagliata, che aumenterà inevitabilmente i divari territoriali e le diseguaglianze sociali, minerà alle fondamenta il nostro welfare universalistico, danneggerà allo stesso tempo lavoratori e imprese. Siamo convinti che, se adeguatamente informati, gli elettori respingeranno il tentativo di dividere e indebolire irrimediabilmente il Paese, compromettendone la coesione sociale e le prospettive di sviluppo. Decisioni di questa portata non possono essere assunte in una logica di scambio tra forze politiche e al riparo da una discussione e un confronto pubblici, che invece devono coinvolgere il numero più ampio possibile di cittadine e cittadini, nelle cui mani va restituito il futuro dell’Italia».