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Avulsi dalla democrazia

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(Stefano Rossi) – Ho letto, su Infosannio, l’articolo di Flavia Perina (La Stampa) dal titolo: “Se l’Italia ha paura del duello Giorgia-Elly”, a proposito del confronto Meloni-Schlein.

Secondo la Perina, l’Italia non è democratica per via del fatto che il confronto non si farà.

Nell’articolo si fa un modestissimo accenno alla decisione dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e, come spesso accade, si da la colpa al Movimento 5 Stelle: “La maggioranza dei partiti, guidati dal M5S, si è messa di traverso e ha preferito rinunciare a ogni altro appuntamento”.

Strano; in genere i giornaloni relegano il M5S a un partitino che conta poco o niente. Qui, invece, guiderebbe la maggioranza dei partiti.

Si mettessero d’accordo ogni tanto.

La Perina, ci avrei giurato, omette di spiegare che tra questa “maggioranza dei partiti”, c’è pure Forza Italia. Non poteva certo dire che Conte ha il potere di guidare pure FI. Tanto i lettori de La Stampa mica se ne accorgono.

Proprio non ce la fanno a capire il principio della par condicio.

Il garante ha scritto: “devono assicurare una effettiva parità di trattamento tra tutti i predetti esponenti […] oltre che nell’ambito della medesima trasmissione, anche nell’ambito di un ciclo di più trasmissioni dello stesso programma, organizzate secondo le stesse modalità e con le stesse opportunità di ascolto”.

Ora, lasciando da parte le falsità sulla notizia che Conte non vuole il confronto con Salvini (ma magari ci fosse!), il problema nasce da due problemi: uno risolvibile, l’altro difficile da superare con questo governo.

Il primo è legato alla tipologia di legge elettorale. Alle europee voteremo con il proporzionale e non si capisce perché si debba fare un confronto tra singoli leader.

Il secondo, più complesso, riguarda proprio la par condicio.

Per es., tutti quelli di buona volontà lo possono verificare di persona, nei dibattiti tv alcuni partiti non sono mai presenti anche quando la discussione li riguarda direttamente.

Ben vengano i duelli, i confronti tra leader. Ma rispettando tempi e partiti.

Ma da che pulpito giunge la predica!!

Flavia Perina, sia pure da destra, ha fatto parte del PDL, il cui leader era Silvio Berlusconi.

Berlusconi accettò una sola volta il dibattito tv con Romano Prodi e, difatti, perse le elezioni. Le uniche che perse con il centro sinistra.

Poi, rifiutò sempre tutti i confronti con gli altri leader, i quali, comunque, avrebbero perso, nonostante le numerose richieste.

Oggi, a pochi giorni dal voto è tardi per cambiare le regole.

Facciano una legge secondo la quale, tutti i leader di partiti e coalizioni si devono incontrare. O tutti insieme o con incroci nei vari canali televisivi, pubblici e privati.

Ne fanno tante di leggi.

Una giusta sarebbe una bella novità per tutti.


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