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Masseria e terza Camera. Il fortino di Bruno Vespa

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(DI MARCO FRANCHI – ilfattoquotidiano.it) – L’irritazione per il mancato duello tv tra Meloni e Schlein è rivolta all’Agcom, ma soprattutto ai partiti che si sono opposti al confronto. Bruno Vespa l’ha vissuto come un oltraggio. “Vi apparecchio ogni sera le migliori ospitate, mi considerate la terza camera dello Stato e mi fate questo…?”. Finora, infatti, nessuno aveva avuto mai il coraggio di dire no al Gran Visir di Porta a Porta. Al giornalista con contratto da “artista” per sforare il tetto dei dipendenti pubblici (240 mila euro): 1 milione e 200 mila il suo compenso annuale, dopo un taglio del 30% nel 2017, di cui andò molto fiero. Sempre a braccetto col governo di turno, meglio se di centrodestra, Vespa ha trovato in Giorgia Meloni il suo nuovo “faro”, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Per il quale, da non dimenticare, alla vigilia delle elezioni del 2001 mise in scena la firma del famoso “contratto con gli italiani”, che, secondo i sondaggisti, valse all’ex cavaliere un paio di punti percentuali a scapito di Rutelli.

Ora, però, nel suo cuore c’è Giorgia. S’era vociferato di un suo ruolo come consulente di Palazzo Chigi, da lui sempre smentito. Quando la intervista, però, a Bruno brillano gli occhi. Ad Atreju, dov’era ospite, l’ha elogiata pubblicamente: “In politica estera è stata straordinaria, in Italia s’è ritrovata senza soldi e ha potuto fare poco…”. Per non parlare delle lodi al premierato e all’accordo sui migranti con l’Albania postati su X, con tanto di gaffe internazionale: “In Inghilterra e Spagna i primi ministri contano molto più dei rispettivi presidenti della Repubblica”. Due monarchie, appunto.

Ma Vespa strizza l’occhio a tutto l’arco costituzionale. Basti vedere la kermesse che da quattro anni organizza a luglio nella sua Masseria Li Reni, in Puglia, insieme al re della comunicazione politica Gianluca Comin. L’anno scorso, oltre a Meloni, c’erano tutti: Lollobrigida, Crosetto, Salvini, Decaro, Emiliano, Giuseppe Conte.

Porta e Porta nasce il 22 febbraio 1996, mentre il 27 febbraio 2023 Bruno riesce a sdoppiarsi, ottenendo dall’allora ad Carlo Fuortes il via libera alla striscia quotidiana post Tg1, Cinque minuti. Una striscia che Vespa ha molto inseguito, ma che anni prima era stata negata a Milena Gabanelli, causandone l’uscita dalla Rai. Gli ascolti non vanno male, abbondantemente sopra il 20%, grazie anche al traino notevole del Tg1, su cui Vespa però perde sempre almeno un punto di share. Negli ultimi tempi è invece Porta a Porta a soffrire un po’, spesso sotto il 10%, segno che forse anche il tradizionale pubblico di Rai1 inizia a stancarsi. Tra l’ospitata ai Casamonica e quella al figlio di Totò Riina, Vespa galleggia da 30 anni imperturbabile e trasversale. Nel 2010 scese anche in piazza con Michele Santoro in via Teulada, quando Agcom e Rai, sempre per la par condicio, decisero di sospendere i talk nelle ultime settimane di campagna per le Regionali. “Però sbrighiamoci, che ho gente a cena…”, esordì al microfono, barricadero a modo suo.


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