
(Stefano Rossi) – Kamala Harris, più volte, ha dovuto ricordare che aveva di fronte lei e non Biden.
Trump, invece, era rimasto alle critiche preparate contro Biden.
Irritato da una di queste precisazioni ha perso le staffe: “A Springfield gli immigrati mangiano cani e gatti domestici”.
Se la domanda riguardava l’economia o la Russia, Trump, finiva sempre per metterci in mezzo l’immigrazione.
Springfield, è anche la città immaginaria della serie I Simpson, molto apprezzata e seguita negli Usa.
Dopo anni di successo, fecero un concorso per stabilire in quale dei 50 (o 52?) stati doveva appartenere. E scelsero il Vermont anche se, l’autore Matt Groening, pensava alla Springfield dell’Oregon (negli Usa ci sono 72 città con quel nome).
E Trump fa girare video dove si dice che, effettivamente, alcuni immigrati si sarebbero cibati di anatre prese da un lago cittadino.
Ricordo tantissimi anni fa, a Roma, quando dal laghetto dell’Eur, erano sparite oche e anatre, dopo che si erano insediati i primi polacchi perché sapevano che, con il papa GP II, nessuno li avrebbe mandati via.
Ma si può aizzare questo argomento, al peggio della fauna umana, prendendo un caso così pietoso e insignificante?
Ciò dimostra quanta bassezza d’animo e umanità debbano avere i sostenitori di questo uomo.
Gli basta sapere che un immigrato ha mangiato un’anatra per scatenare la follia xenofoba. Che importa se, a novembre, staccano il collo a milioni di tacchini.
Quello è per il Ringraziamento mica per la fame.
Ma queste sono quisquiglie in confronto alla stupidità di tanti italiani che tifano Trump.
Trump ha detto: “Mosca potrebbe fare quello che diavolo vuole con i membri dell’Alleanza atlantica che non rispettano gli obiettivi di spesa” e che, una volta alla Casa Bianca, metterà dazi fino al 12,50 secondo il Buy American Act, ai prodotti europei.
Germania e Italia subirebbero la più forte contrazione.
Ricordo quando, in visita in Germania, si lamentò con la Merkel perché aveva visto poche Ford e Chevrolet. “Gli europei ci trattano molto male”.
Io sono uno dei fortunati che una notte vide David Letterman canzonare Trump che non aveva la capacità di reagire e contenere il presentatore.
Letterman portò in studio una serie di cravatte americane (orribili!) che si vendevano nei grandi magazzini di Trump. Lesse l’etichetta: “Made in China”. “Come mai fai produrre i tuoi prodotti in Cina e poi ti lamenti dei prodotti cinesi in America?”
Visibilio del pubblico newyorkese.
Trump rideva con la sua micidiale cravatta rosa confetto ma incapace di rispondere.
Lui, da buon populista demagogo, sa solo attaccare non rispondere.