
(Tommaso Merlo) – Nessuno è riuscito a fermare il genocidio. Nessuno. La situazione a Gaza è disumana ma il mondo è privo di una autorità che possa prevenire o fermare tali orrori. Nel dopoguerra ci eravamo detti che tali tragedie non dovevano più succedere a nessuno ed invece ci siamo ricascati. Pensavamo di aver girato pagina con le nostre belle Costituzioni e con la democrazia al servizio dell’economia liberale. Ed invece eccoci qua, la guerra si è rifatta progressivamente largo esprimendosi in forme sempre nuove e grazie alla complicità dell’informazione è tornata digeribile e perfino alla moda. Al punto che in Europa è ripartito il riarmo in vista della Terza Guerra Mondiale e la violenza è tornata ad essere il principale “mezzo di risoluzioni delle controversie internazionali”. Molti cittadini protestano per le strade di tutto l’Occidente, ma il sistema sembra inarrestabile. Con reggenti inermi perfino davanti ad un atroce genocidio. Convenienza politica e carrieristica, contropartita a qualche lobby, pavidità e conformismo, ma non solo. Anche questione di scarsa consapevolezza. Come se i reggenti avessero smesso di concepire la guerra come una follia autodistruttiva da evitare ad ogni costo, come se non credessero più che siamo tutti esseri umani e non esista ragione al mondo per annientarsi a vicenda. Più infatti una persona è consapevole di se stessa e della vita, più rigetta l’orrore della guerra. Tutta colpa dei soldi che si sono comprati tutto, perfino le conquiste morali e culturali mentre la pandemia egoistica ha fatto il resto. E se non bastasse, l’essere umano si sta affidando sempre più alle nuove tecnologie per sterminare i propri simili. Ormai vola di tutto e siamo in un videogioco, ma è ancora a Gaza l’apice della follia bellica. Si sa, le armi israeliane sono rinomate perché da decenni vengono testate sui palestinesi mentre il genocidio gli ha permesso di fare passi avanti anche nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Hanno allestito ad esempio delle “automated kill-zones”, delle aree in cui chi entra viene automaticamente ucciso da “Robo-Snipers” e cioè da cecchini robotizzati con al posto degli occhi delle telecamere, al posto del cervello e del cuore un computer e in mano un mitragliatore. Sono stati anche sguinzagliati “cani-robot” letali e le guardie di confine sono state rimpiazzate con dei robot programmati per identificare intrusi e malintenzionati e disporre della loro vita. Stiamo delegando alla tecnologia perfino del potere di vita e di morte su altri esseri umani. Ma si sa, la vita dei palestinesi non vale nulla e un guardiano israeliano in carne ed ossa rimarrebbe comunque impunito se ammazza innocenti, tanto vale quindi automatizzare il tutto. Più pratico, conveniente e sicuro. Gli israeliani dispongono poi di sistemi di identificazione e schedatura dei palestinesi basati sul riconoscimento facciale a distanza, telecamere che raccolgono dati che usano per identificare obiettivi militari. A Gaza i droni sorvolano in continuazione la striscia, i dati raccolti finiscono in un cervellone artificiale che sforna presunti terroristi ed edifici da abbattere. Le decine di migliaia di bambini e donne innocenti uccisi testimoniano l’accuratezza di tali sistemi e cominciano ad emergere le testimonianze di militari israeliani sulla mattanza. Spiegano come loro non sparano razzi a caso come Hamas ma conoscono esattamente a priori anche i danni collaterali. Nuove tecnologie usate per violare diritti umani e diritto internazionale, Atrocità Artificiale che molte organizzazioni chiedono invano di bandire. Del resto il mondo è privo di una autorità che possa prevenire o fermare tali orrori e la follia bellica sembra inarrestabile nonostante tutto quello che ci eravamo detti nel dopoguerra. Ed è proprio da lì che bisognerebbe ripartire. Dalla strada tracciata dalle Nazioni Unite che porti ad un sistema mondiale che colmi un vuoto politico spaventoso e riesca ad arginare i fanatismi ideologici. Un percorso storico evolutivo che abbiamo svenduto per due soldi e che solo grazie alla rinnovata consapevolezza delle nuove generazioni potrà compiersi con successo.