
(Dott. Paolo Caruso) – È quanto mai attuale, visto il dibattito aperto nelle sedi istituzionali che si trascina da anni e il ripetersi di azioni violente negli ospedali, rispolverare la citazione latina di Tito Livio: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata). Invece di agire celermente infatti ci si perde in lunghe, sterili e estenuanti riunioni.
La violenza fisica e verbale negli ospedali e nelle Aziende Sanitarie come emerge dalla cronaca di questi giorni si ripresenta da nord a sud della penisola con una sempre più grave quotidianità. Dopo i casi di Milano e Palermo e le vili aggressioni a due dottoresse del Servizio di continuità assistenziale pugliese avvenute nel mese di agosto, è di questi giorni l’assalto delinquenziale alla sala operatoria al policlinico di Foggia con medici e operatori sanitari asserragliati a difendere il “fortino” e la propria incolumità. La storia purtroppo non finisce qui perché la cronaca di queste ultime 48 ore si arricchisce di altre aggressioni contro professionisti sanitari in ospedali del napoletano, a Casarano e a Manduria in Puglia, al San Giovanni Bosco di Torino e all’ospedale “Papardo” di Messina dove addirittura anche un vigilante e un poliziotto sono stati aggrediti a calci e pugni da un paziente. Ancora una volta si rimane sconcertati dinanzi a tanta violenza, ad una preoccupante e ingiustificata conflittualità che sempre più tende a compromettere lo svolgimento delle prestazioni sanitarie all’interno degli ospedali. In questa società non esiste più il buon senso e il rispetto per il prossimo, ma l’individualismo, l’arroganza, l’ignoranza e il deserto morale che producono solo odio e violenza. Nonostante l’aumento delle pene per chi commette violenza contro i sanitari, la procedibilità d’ufficio e da un anno un aumento dei posti di polizia all’interno dei presidi ospedalieri il risultato non è vincente. Gli ultimi episodi di violenza, e le sollecitazioni sempre più pressanti della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici e dei Sindacati di categoria, pare abbiano indotto ( ma il dubbio è d’obbligo) il Ministro alla Salute Schillaci e il suo Collega alla Giustizia Nordio a volere concretamente intervenire valutando la possibilità di introdurre sempre l’arresto in flagranza di reato, anche differito. Mentre questi ultimi episodi di violenza fanno crescere ulteriormente il numero delle aggressioni fisiche, quelle verbali nella ormai quotidianità non sono più quantificabili. Medici e infermieri sono gli unici a pagare lo scotto delle tante disfunzioni che investono il campo della sanità pubblica quali precarietà, organici ridotti all’osso, superficialità e gestione clientelare delle Aziende sanitarie. Le Istituzioni e la politica attuino ora con percorsi celeri quanto concordato tra i rappresentanti degli Ordini professionali e il Ministro alla Salute Schillaci. Tutto ciò a tutela della incolumità dei camici bianchi e per un migliore servizio offerto ai cittadini. Bisogna che questi lavoratori di eccellenza possano operare con dignità in un ambiente sereno, non sottoposti a turni stressanti e con un adeguato numero di collaboratori. Infatti questa atmosfera pesante che grava sul mondo sanitario tende a logorare psicologicamente l’azione dei medici e degli infermieri e al persistere di un rapporto sempre più difficile con gli utenti. Il cammino intrapreso dal SSN è proprio indirizzato ad un declino ineluttabile e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, mentre la politica tende a rappresentare il privato come il fiore all’occhiello della nuova sanità. Allora tutto sembra scontato e consequenziale… mentre medici e infermieri in mancanza di tutela si preparano a difendere la “diligenza” o a fare il classico “salto della quaglia”.