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Un altro affondo a Giorgia Meloni

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Diversità, diritti e inclusione: la campagna di spot Mediaset è un segnale al governo. L’iniziativa sulle reti del Biscione, da domani Forza Italia al lavoro sulla legge per la cittadinanza

(di Lorenzo De Cicco – repubblica.it) – Sugli schermi del Biscione gli spot andranno in onda da domani. Tutte le reti coinvolte. Decisione di Pier Silvio Berlusconi. Il claim è pronto: «Mediaset ha a cuore il futuro. Mediaset promuove la diversità e l’inclusione». La famiglia dell’ex Cavaliere continua a mandare segnali al governo. Insiste sui diritti. Non solo in Parlamento, ma anche in tv, perché come ha insegnato l’ex Cavaliere, non a caso “Sua Emittenza”, la politica si fa sì tra gli stucchi di Palazzo Madama e Montecitorio, ma anche, forse soprattutto, a colpi di pubblicità e comunicazione pop. E allora cos’ha deciso Pier Silvio, dopo un’estate in cui Antonio Tajani, previo colloquio con la famiglia del fondatore di FI, ha pungolato i Fratelli meloniani sullo Ius scholae? Fa confezionare uno spot che schiera Cologno lì dove vorrebbe pure la sorella Marina, cioè «più in sintonia con la sinistra sui diritti».

La campagna sarà on air per una settimana, dal 15 al 22 settembre, su tutti i canali del gruppo, a partire dai tre generalisti Canale 5, Italia 1 e Rete4. Ma anche «in radio, online sulle nostre pagine e sul sito web dedicato», spiegano da Cologno. Mediaset dice proprio così: vuole sfruttare la «forza comunicativa della tv» per «richiamare l’attenzione sul valore delle diversità, a favore di una collettività più aperta e accogliente». Così si legge in un comunicato diffuso nella tarda mattinata di ieri dal Biscione, che racconta come Mediaset «da sempre si impegna a mettere in risalto nei suoi programmi questa molteplicità, perché ne riconosce l’importanza per la crescita di una società moderna e inclusiva».

Da Roma, nelle stesse ore, Tajani ha rilanciato sullo Ius scholae. Solo l’altro ieri sembrava rinculare, sostenendo che «la priorità è la manovra». E invece ieri è tornato a battere sul chiodo, sui diritti: «Non credo nel diritto di sangue, il mio cognome peraltro è di origine araba» e «la legge sullo Ius scholae è più seria di quella attuale». Ancora: «Mi accusano di essere sovversivo e di sinistra. Ma il centrodestra non è oscurantista, la sicurezza poi non ha nulla a che fare coi diritti».

Messaggio chiaro alle truppe parlamentari. Che già si stanno attrezzando – mentre prosegue lo scouting in Aula, l’ultimo ingaggio sarà il calendiano Enrico Costa – per presentare entro ottobre una proposta di legge. La prossima settimana si riuniranno nella sede di San Lorenzo in Lucina i presidenti dei gruppi Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, con Paolo Emilio Russo, il capogruppo in commissione Affari costituzionali, che segue il dossier. La proposta, spiegano fonti azzurre, sarà articolata su tre punti: cittadinanza a chi ha completato un ciclo di studi di 10 anni in Italia, una stretta sulle cittadinanze agli oriundi e un’accelerazione sul rilascio delle cittadinanze, perché oggi con la burocrazia lumaca anche chi ne ha pienamente diritto deve attendere anni. Su quest’ultima mossa, FI spera nella sponda del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Che siede in Cdm in quota Lega, ma «è sensibile al tema», confidano i post berlusconiani. Per calendarizzare la pdl, comunque, ci vorrà tempo. Per gli spot, è bastata una sigla: PSB.


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