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Beppe Grillo e la democrazia dal basso

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(Gioacchino Musumeci) – “ Nessuna consultazione tra gli iscritti potrà avere ad oggetto eventuali modifiche del nome del Movimento 5 Stelle, delle modifiche o dell’uso del simbolo e della regola dei due mandati, come specificato nel mio post del 20 agosto”. Inoltre secondo Grillo, non vi è spazio per una discussione nemmeno su ulteriori temi che dovessero risultare anche all’esito della consultazione tra gli iscritti “ In netto contrasto con i principi fondativi del Movimento 5 Stelle, come ideato e fondato da me e Gianroberto Casaleggio”…Parole di Beppe Grillo del quale vengo a sapere che ha chiuso i rapporti col Fatto Quotidiano. Allergia alle critiche ne abbiamo?

Da questi “ Niet” si evince come ha funzionato il Movimento del garante e sodali. Entriamo nel vivo della faccenda e chiariamo alcuni punti. Mentre su un piano propagandistico si raccontava all’elettore grillino di appartenere a una comunità miracolata ove gestione e idee politiche partivano dal basso, in realtà agli iscritti erano e sono tuttora impediti gli accessi a temi sostanziali; proprio come ad Adamo ed Eva fu vietato da Dio l’albero della conoscenza del bene e del male. Dunque Beppe Grillo è la divinità della dottrina grillina.

Il cerchio magico di Beppe si riuniva nella segrete stanze alla bisogna, e poi decideva il da farsi. Successivamente sottoponeva all’esame pubblico le opzioni che riteneva opportune. Nessuna di queste avrebbe potuto essere scomoda per i membri del consiglio supremo dell’elevato e non c’è nulla di straordinario. Di fatto è lo stesso metodo della segreteria politica che decide per tutti gli iscritti al partito come nel caso dei candidati proposti alle primarie.

Se si è retoricamente esperti e scaltri nel caso specifico del Movimento non è troppo complicato condizionare il voto degli iscritti prima che questi si pronuncino. Non per sottovalutare qualcuno ma il cittadino mediamente quanto capisce di politica e dinamiche parlamentari, e oggi ancor più di ieri dato che siamo tutti parecchio distratti. Allora esporre tecnicamente in modo persuasivo le proprie ragioni può portare a ottimi risultati da un punto di vista, a disastri veri e propri da un altro.

Un esempio è il suicidio pilotato ai tempi dell’ingresso in maggioranza Draghi che poi secondo quelli duri e puri “ ha stato Conte”.

Allora passò l’idea che il Movimento entrasse in maggioranza Draghi per “ controllare, garantire e difendere le proprie leggi..” E tanti ci hanno pure creduto, il che riporta alla conoscenza delle dinamiche parlamentari. Cosa poteva controllare o garantire il Movimento oltre compromessi al ribasso se in partenza le riforme grilline erano invise a tutti. L’unico ostacolo partico a Draghi poteva essere il Pd che aveva governato col Movimento ma Zingaretti fu prima sostituito da Letta e Draghi ebbe strada spianata finché Conte non pose condizioni chiare. Semplificando il Movimento era partito di maggioranza relativa ma non poteva imporsi con tutti contro. Infatti la riforma Cartabia, per dirne una, distrusse la Bonafede e i grillini annasparono per spiegare ai propri elettori di aver combattuto per difendere le loro ragioni. Volete che Beppe Grillo e grillones non potessero arrivarci perché non sapevano dove si stesse infilando il Movimento?

Fatta la noiosa premessa, per la prima volta nella storia politica del Movimento e più in generale nel Paese, e questa è la vera rivoluzione, nella Costituente gli argomenti su cui pronunciarsi saranno decisi dagli iscritti senza veti dall’alto. E democrazia significa che se gli iscritti decidono di mettere ai voti la regola del secondo mandato, a meno di non essere stato bugiardo per anni, il garante, senza frignare come un bambino viziato, dovrebbe e rimettersi alla volontà di coloro che tengono in vita il Movimento. Agli iscritti è dovuto massimo rispetto, idea che forse non interessa ai cosiddetti duri e puri.. Per certo qualcuno selezionerà i temi proposti ma il processo comincerà davvero dal basso, non dal vertice come vuol Grillo. Ma al garante dei valori fondativi, cantore della democrazia diretta, tutto questo non piace perché è elevato dal piano popolare che gli ha sempre dato da mangiare.


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