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Caso dossier, l’ira di Crosetto. Senza fiducia pronto a lasciare

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Il ministro della Difesa torna sull’annuncio di voler riferire al Copasir sui sospetti di questi mesi dopo le dichiarazioni a “Repubblica”. Chiede il sostegno di FdI e governo. Il Pd: “Meloni in aula”

Caso dossier, l’ira di Crosetto. Senza fiducia pronto a lasciare

(di Tommaso Ciriaco – repubblica.it) – Per capire cosa sta succedendo attorno al caso dossier e a Guido Crosetto, bisogna riportare la linea che il ministro consegna a sera ai suoi interlocutori di fiducia. La premessa è questa: il rapporto con Giorgia Meloni è «saldo e costante, nella franchezza reciproca». Per il titolare della Difesa c’è chi cerca di mettere zizzania al fine di inventare spaccature nel governo che non esistono, al pari di divisioni con Alfredo Mantovano e i servizi. Ma il ragionamento, affidato alle stesse fonti, che viene subito dopo è assai più interessante: «Ove mai si ritenesse privo di fiducia e stima nel governo, dal suo vertice fino al partito cui si onora di appartenere, ne trarrebbe le conseguenze. È troppo limpido e schietto per non comportarsi in modo diverso o difforme da tale linea». Tradotto: se qualcuno mi dovesse considerare un problema, lo dica e sarò io a farmi da parte.

A fare da detonatore di questo nuovo scenario di crisi è quanto riportato da Repubblica rispetto alle intenzioni del ministro della Difesa di consegnare al Copasir la sua versione dell’accaduto, sfruttando la riservatezza della sede per poter comunicare al meglio gli elementi a disposizione. È il Pd a intervenire, con una nota dei membri della commissione Antimafia, in cui si chiede alla premier Giorgia Meloni di riferire in Parlamento sulla «sicurezza nazionale». «Oggi il nuovo capitolo dello scontro istituzionale in corso – sottolineano Walter VeriniPeppe Provenzano e gli altri dem – ha superato il limite. Su Repubblica Crosetto vorrebbe essere sentito dal Copasir in quanto avrebbe altro da dire in modo che “altri staranno zitti per un po’. Un linguaggio che solleva domande a cui – senza naturalmente interferire con le indagini in corso – occorre dare urgenti risposte politiche».

La conclusione è ancora più allarmata: «È accettabile uno scontro tra le due figure di governo e i soggetti istituzionali che dovrebbero garantire per la nostra sicurezza?». Ecco perché dopo l’esplosione dello scandalo «occorre scoperchiare ogni responsabilità di esecutori e possibili mandanti». Diverse ore dopo, Crosetto reagisce. Se la prende con il Pd. E conclude dicendosi «ben lieto di dire tutto ciò che ho riferito a Cantone al Copasir, ovvero in una sede vincolata al segreto, dove si scoprirà che non c’è, né ci sarà, mai nulla su cui poter inventare contrasti nel governo, ma solo circostanze serie che ogni cittadino ha il dovere di denunciare».


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