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Sale la pressione fiscale, pagano i dipendenti. L’1% dei super-ricchi versa meno di tutti

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Quasi 10 milioni di soggetti non pagano l’Irpef. Super sconti a paperoni e pensionati stranieri

Sale la pressione fiscale, pagano i dipendenti. L’1% dei super-ricchi versa meno di tutti

(Luca Monticelli – repubblica.it) – Sale la pressione fiscale in Italia: nel 2025 toccherà quota 42,8%, mezzo punto percentuale in più rispetto a quest’anno e un punto oltre il livello del 2023. Le maggiori entrate volano per effetto dell’inflazione e della nuova occupazione, e il governo registra una quota permanente dal miglioramento dell’adempimento spontaneo pari a 2,2 miliardi di euro, soldi che potranno essere messi a copertura della legge di bilancio anche per finanziare misure strutturali.
Chi paga le tasse in Italia? La domanda sorge spontanea alla luce dei provvedimenti fiscali che in questi anni sono sempre andati a favore delle Partite Iva: dalla flat tax al concordato preventivo. Per i dipendenti, invece, gli ultimi governi hanno sempre agito sul taglio del cuneo fiscale con misure annuali e riservate ai redditi bassi.

Chi paga le tasse
Secondo gli ultimi dati del Dipartimento delle finanze, l’Irpef dichiarata dagli italiani nel 2023 ha garantito allo Stato 174 miliardi di euro (+1,9% rispetto all’anno precedente). Sono oltre 32 milioni i soggetti che hanno pagato l’Irpef, con una media di 5.380 euro a testa, il 77%. del totale dei contribuenti. Per circa 9,7 milioni di soggetti l’imposta netta è risultata pari a zero.
Quanto alle classi di reddito, i contribuenti con redditi fino a 35 mila euro (l’80% del totale) dichiarano il 37% dell’imposta netta totale, mentre il restante 63% del carico fiscale è sulle spalle dei redditi superiori a 35 mila euro (il 20% del totale contribuenti).

Dipendenti i più tartassati
L’1% degli italiani più ricchi paga, in proporzione, meno tasse del restante 99% dei contribuenti. E’ quanto emerge da uno studio congiunto condotto dagli esperti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università di Milano Bicocca. Nella ricerca si legge che «il sistema fiscale italiano appare blandamente progressivo e diventa addirittura regressivo per il 5% degli italiani più abbienti, che pagano un’aliquota effettiva inferiore al 95% dei contribuenti». Insomma, sono i lavoratori dipendenti a pagare più tasse, seguiti da lavoratori autonomi, pensionati e da coloro che percepiscono rendite finanziarie e locazioni immobiliari.

Gli sconti ai paperoni
I super milionari (e i loro familiari) che spostano la residenza in Italia godono di un regime agevolato che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero calcolata in 100 mila euro per ciascun periodo d’imposta.
Un grosso sconto ce l’hanno anche i pensionati. Se gli italiani vanno a godersi la pensione esentasse in Portogallo, in Grecia o in Tunisia, lo stesso fanno i pensionati stranieri in Italia. Basta essere residenti in un paesino del sud con meno di 20 mila abitanti per avere l’assegno previdenziale tassato con un’aliquota del 7%.

La situazione in Europa
Dal report annuale della Commissione europea, si evince una situazione che varia in maniera significativa nei 27 e oscilla dal 20,9% dell’Irlanda al 46,2% della Francia, con l’Italia che si attesta al 42,7% (nel 2023).
Le tasse sul lavoro costituiscono più della metà delle entrate fiscali nell’Unione, il 50,6% in media. La quota delle imposte sul capitale sul totale delle entrate complessive arriva al 22,1% , mentre il gettito derivante dalle imposte sui consumi rappresenta il 27,3%.


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