
(Gioacchino Musumeci) – In relazione al post “Beppe Grillo Affarista” il signor M. Giannandrea chiede: “ Qualcuno ci può spiegare i commi 100 e 105 dell Art 1 della legge di Bilancio più dettagliatamente?”
Leggere la domanda mi ha fatto sorridere, è legittimo chiedere ma lo è altrettanto documentarsi da sé una volta tanto. Sapere che un cittadino non si informa sulle più importanti leggi varate da un governo anche dopo l’input fornito in un post mi sconcerta.
Ma il focus principale è che in periodi in cui le casse dello Stato languono e si prospettano tempi di lacrime e sangue si potrebbero destinare cospicue agevolazioni fiscali a cittadini deboli piuttosto che altri ma per la “ nazista nell’anima” secondo Canfora prima querelato dalla premier e poi graziato dalla stessa, i deboli sono merce di scarto.
Chiarimenti sulla norma di cui ha approfittato Grillo- e non è la prima volta che il garante ha un comportamento dissociato dalle proprie roboanti dichiarazioni- Offre lo scenario da commedia grottesca su cui certa politica italiana partorisce i propri mostri adottati dai furbacchioni. C’è da chiedersi a che scopo Giuseppe Conte sia condannato al ruolo di Don Quixotte in un Movimento ove è stato perfino avversato da coloro che avrebbero dovuto sostenerlo. Speriamo che la Costituente sia il punto di partenza di un Movimento senza Garanti schizzati a rovinarne l’immagine pubblica.
Fatta la premessa si comincia con la telenovela: la norma di cui ha usufruito Grillo è del 2016, ovvero del Pd renziano/ veltroniano “cancro del paese, partito di sistema etc…”. La Meloni che come ben si sa considera il Pd la peggiore iattura della Repubblica – e qui ci sono molti punti di contatto col grillismo della prima ora e pure della seconda- che fa: pubblicamente schifa gli avversari ma quatta quatta e nella speranza che nessuno se ne accorga, e considerato quanto si informano i cittadini mica sbaglia, prende la norma di Renzi e la rinnova nella sua legge di Bilancio. Evviva!
Quindi Grillo, elevato, visionario, intoccabile, inossidabile, ineccepibile, insostituibile, irriducibile, inarrestabile, etc etc, può vantare nel curriculum i vantaggi delle norme concesse dal partito “cancro del paese” contro cui ne sparava con disprezzo di ogni colore. Ma se la stessa norma che favoreggia i vari “ Io so io e voi non siete etc” viene inserita nella manovra della Meloni che problema c’è! Anzi, usiamola subito, dopotutto la Meloni è simpatica e fa le battute fighe tipo “ ciao sono quella stronza di…” Invece Conte è noioso e ti rovina l’umore.
Comunque sia i commi 100 e 105 riguardano il trasferimento ai soci di immobili societari inutilizzati e a condizioni fiscali particolarmente vantaggiose; e ciò vale per le Srl immobiliari trasformate in società semplici. Così piuttosto che pagare il 24% di Ires e il 3,9 % di Irap sui redditi, basta versare un imposta sostitutiva dell’ 8%. Lo scattante Grillo non ha perso tempo, ha trasformato la sua Srl in società semplice di cui ora è amministratore dopo aver liquidato la moglie dal ruolo di amministratrice della Srl. E così ha usufruito degli “sconti di Giorgia”.
Ebbene un principio è nitido: ogni cittadino fa come gli pare con le proprie società e beni, e allora perché ciò non dovrebbe valere anche per Grillo? Non è complicato arrivarci: Grillo è garante di un Movimento politico che si è sempre battuto contro i privilegi di “casta”, perciò certe ipocrisie potrebbe risparmiarsele. Il dato grave è che essendo Grillo un manipolatore professionista, mentre sputava veleno su chiunque per racimolare consenso da tutte le categorie possibili comprese quelle marce di cui alcuni sono arrivati in parlamento per sconfessare il Movimento alla prima occasione, usava le norme dei nemici utili per curare i propri interessi personali come fece col condono di Tremonti. C’è solo da chiedersi se nel cerchio magico dei duri e puri di Grillo sapessero che mentre nel 2005 il loro Gotha sputava su Tremonti e teorizzava gli Italiani medi “abusivi e condonisti”, ricorreva al super condono concesso proprio dal Tremonti pubblicamente dileggiato devastante e applaudita retorica grillesca.