
(Tommaso Merlo) – Adesso che sparano addosso anche a noi, i governanti si rendono conto della manica di estremisti criminali che governa Israele. E sarebbe anche ora, è un anno che la società civile di tutto il mondo lo grida ai quattro venti. Ed è un anno che Israele uccide e distrugge tutto ciò che trova sul suo cammino. La colpa dell’Unifil è essere d’intralcio all’ennesima invasione del Libano. Vedremo se dopo aver aperto finalmente gli occhi, i governanti occidentali tra cui l’Italia si decideranno a passare ai fatti per far cadere il delirante governo Netanyahu. L’ideologia sionista ha generato un mostro per cui i fini giustificano ogni mezzo. Anche sterminare innocenti, anche calpestare l’ordine mondiale e trascinarci tutti in un caos da secolo scorso. Cervelli lavati fino dalla tenera età che conquistato il potere diventano un pericolo per l’intera umanità. Un cocktail micidiale di odio, fanatismo e deliri politico-religiosi che stanno dando vita ad una delle pagine più orrende della nostra storia. È un anno che Israele massacra donne e bambini innocenti, che fa stragi di personale medico, operatori umanitari, giornalisti ma anche di disperati in coda per una ciotola di riso. Esseri umani ridotti in poltiglia da bombe sganciate dal cielo. Sterminii con l’aggravante della viltà. È un anno che Israele bombarda scuole e ospedali e sedi Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che da decenni dona un futuro ai profughi palestinesi in tutto il Medioriente e che Israele considera addirittura una organizzazione terroristica. Questo perché Israele non vuole che i palestinesi abbiano un futuro a casa loro ma che si levino dai piedi in un modo o nell’altro. Già, alla fine si ritorna sempre qui, Libano ed Iran e quant’altro sono solo conseguenze e armi di distrazione di massa. Il cuore del problema è il rifiuto categorico dei sionisti di considerare i palestinesi esseri umani pari a loro e quindi di scendere a patti politici. Vogliono il dominio esclusivo su una terra che considerano loro e per ottenerlo sono disposti a tutto. Come se anche a livello civico vivessero ai tempi della Bibbia. Ormai siamo al ridicolo, pochi giorni fa il segretario generale dell’ONU Guterres è stato dichiarato “persona non grata” nell’Israele di Netanyahu, quanto agli spari sul contingente Unifil sono davvero il meno, ma se servono a smuovere i governanti occidentali ben venga. Se infatti Israele calpesta da decenni la legge internazionale e gode di piena impunità, lo si deve alla complicità politica occidentale che non è venuta meno nemmeno davanti ad un genocidio. Ben venga la fine degli ipocriti silenzi e delle frasette propagandistiche ma poi servono i fatti. La Francia ha proposto l’embargo sulle armi. Bene ma se non vi aderiscono gli americani potrebbe non bastare. In una delle sue ultime sfuriate, Netanyahu ha citato i setti fronti su cui è impegnato Israele ma si è dimenticato di citare quello interno che potrebbe essere decisivo. Oltre al terrorismo intestino e ad una opposizione politica che comunque esiste, Israele sta affrontando una crisi grave demografica che si intreccia con quella economica. È un paese piccolo che mobilita cittadini strappandoli al loro posto di lavoro e quelli scappati si son portati via anche la bottega. Per colpa della guerra poi, Israele ha perso ingenti investimenti stranieri e le agenzie di rating l’hanno già declassato due volte. Oltre all’embargo sulle armi, è quello economico che potrebbe essere la mossa decisiva per far crollare il governo Netanyahu. Potrebbero bastare anche solo sanzioni serie che costringano i cittadini Israeliani a scegliere tra un fanatico governo sionista che li sta portando all’autodistruzione oppure girare pagina. Certo, ai vertici degli Stati Uniti girano invasati a livello di Tel Aviv, ma perlomeno l’Europa potrebbe dare un segnale di vita e giocare la carta economica per fermare un dramma che si sta consumando alla fine sulle coste del nostro mare e che dopo decenni di ipocrisie, fanatismo e sangue innocente andrebbe risolto una volta per tutte.