Venerdì in piazza a Palermo non ci saranno interventi sul palco, ma tornano gli slogan di Pontida. Possibile blitz al carcere

(Di Lorenzo Giarelli – ilfattoquotidiano.it) – Nessun palco, ma gazebo e volantini. E forse un evento a sorpresa, un flash mob non ancora annunciato. La Lega si prepara alla trasferta di venerdì, quando colonnelli e soldati semplici del partito saranno a Palermo per sostenere Matteo Salvini nel giorno dell’arringa della sua avvocata, la senatrice Giulia Bongiorno, al processo Open Arms.
La Procura ha chiesto 6 anni di reclusione per il vicepremier, il quale ha deciso di sfruttare il processo come meglio può. Ovvero rendendolo un’adunata leghista – con tanto di ministri e sottosegretari – contro la magistratura politicizzata che lo accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La sentenza non è prevista per venerdì, ma in via Bellerio si studiano i dettagli di una giornata ritenuta comunque fondamentale.
Come anticipato ieri dal Fatto, il corpaccione dei parlamentari (pur con fisiologiche defezioni, gli sherpa stimano ben oltre le cinquanta presenze) arriverà a Palermo domani sera, mentre altri, soprattutto chi ha incarichi di governo, raggiungeranno la Sicilia venerdì mattina. Il ritrovo è per le 10 di fronte al Teatro Politeama, dove gli eletti troveranno anche un gruppo di attivisti siciliani coordinato dal senatore Nino Germanà, attivissimo in queste ore.
Ma come funzionerà la piazza leghista? Non è previsto un palco, dunque non sarà un classico comizio con scaletta di interventi. Piuttosto, ci saranno dei gazebo dove verranno distribuiti i volantini già apparsi a Pontida: manifesti che ricordano i film western (i famosi “wanted” dei ricercati) con la faccia di Salvini e la scritta “Colpevole di aver difeso l’Italia”. È lo stesso slogan che la Lega ripete da giorni e che ieri è stato rievocato dai social del Carroccio con un post che enfatizza la vicinanza appena espressa da Giorgia Meloni al vicepremier (“Solidarietà a Salvini? Sempre”): “Difendere i confini non è un reato. Avanti, insieme”, è la didascalia sotto a una foto di Salvini insieme alla presidente del Consiglio.
La location del ritrovo è piuttosto lontana, almeno a piedi, dall’aula bunker in cui parlerà Giulia Bongiorno. Questo dovrebbe scongiurare migrazioni di massa verso il carcere Pagliarelli, ma fonti leghiste di primo piano danno conto di un “possibile flash mob”. Essendo tale, sarebbe un “fuori programma” rispetto ai gazebo e dovrebbe apparire come una mobilitazione spontanea.
Dall’assemblea siciliana non escludono che una delegazione possa muoversi verso l’esterno del carcere, dove si trova l’aula bunker, circostanza su cui invece da Roma non arrivano conferme. Anche perché la piazza Politeama è stata scelta proprio per evitare una manifestazione organizzata sotto un’aula di giustizia, fotografia plastica dello scontro istituzionale come fu per la missione dei 150 parlamentari Pdl fuori dal Tribunale di Milano durante l’udienza del processo Ruby, anno 2013, tardo impero berlusconiano. Si vedrà.
In via ufficiale, il programma della Lega ha semmai aggiunto un appuntamento per domani, legando alle iniziative palermitane la campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna, dove si vota tra un mese. All’Hotel Savoia Regency di Bologna la Lega ha infatti promosso un convegno sulla giustizia dal titolo che lascia intendere molto dell’atteggiamento del Carroccio: “Quali sono i confini della giustizia?”. La risposta, oltre che dalla piazza di Palermo, arriverà dagli interventi – tra gli altri – del vicesegretario Alberto Stefani e del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, il cui ruolo istituzionale non impedisce intemerate.
Ottime premesse per rialzare i decibel degli attacchi alla magistratura, già bersagliata nel momento della richiesta di condanna da parte della Procura. La Lega fa sapere che Bongiorno non rilascerà interviste nel giorno dell’udienza, limitandosi a parlare in aula, anche considerato che l’arringa durerà diverse ore. A far le veci sue e di Salvini saranno perciò parlamentari e ministri in piazza. Con un obiettivo: trasformare le accuse in ottima propaganda.