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Il processo e la piazza, Salvini convoca i ministri: “Giudici comunisti”

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Il leader leghista a cena a Palermo con colleghi e parlamentari. Oggi manifestazione in città

Il vicepremier Matteo Salvini

(di Lorenzo De Cicco – repubblica.it) – PALERMO — A Giancarlo Giorgetti, che pure sarebbe impegnato a scrivere la manovra, toccherà montare sull’aereo alle 7 di mattina da Roma, sempre che non spunti alla fine un mal di schiena. Roberto Calderoli e Giuseppe Valditara erano già qui a Palermo ieri, coi capigruppo Riccardo Molinari e Max Romeo e il grosso dei parlamentari del Carroccio: tutti a cena con Matteo Salvini, alle Terrazze di Mondello, millefoglie di parmigiana e crudité. Ristorante blindatissimo, iper chic: «Ma no, molto sobrio, niente brindisi», glissa Romeo. Per la Lega è il giorno del “tutti convocati”. Stamattina, ore 10, Giulia Bongiorno terrà l’arringa finale del processo Open Arms: la Procura ha chiesto 6 anni per il vicepremier, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Salvini – che già ieri notte bersagliava i «magistrati comunisti, perché è un processo politico», alla Berlusconi, giurando di «non avere paura del carcere» – tenta di capitalizzare l’onda d’urto giudiziaria. Sostiene di avere «difeso i confini». Cerca la solidarietà dei suoi, in Italia e perfino in Europa: ieri, volato a Bruxelles per il primo vertice dei Patrioti, ha strappato una nota di vicinanza da Viktor Orbán, Marine Le Pen, Geert Wilders, l’ex conservatore Santiago Abascal e gli altri leader sovranisti. Con Le Pen si sono consolati a vicenda, visto che pure la francese è inguaiata in tribunale, accusata di appropriazione indebita.

Solidarietà quasi pretesa, fisica, da tutti gli eletti leghisti, perfino da chi ha i galloni ministeriali: a tutti è stato chiesto di timbrare il cartellino. E quasi tutti hanno risposto, non sempre con entusiasmo, ad orecchiare i mugugni al gate di Fiumicino. Qualcuno però non ci sarà. Assente Roberto Vannacci: «Avevo un impegno personale, ma massimo appoggio a Salvini», ha detto ieri, dopo una photo opp col segretario in Belgio. Non si farà vedere Lorenzo Fontana, che da presidente della Camera vuole tenere un profilo istituzionale. Tra i ministri, mancherà Matteo Piantedosi, che è al governo in quota Carroccio, ma da titolare dell’Interno (e da prefetto) non può mischiarsi a una sortita anti-giudici. Umberto Bossi resterà a Gemonio, ma potrebbe partecipare in serata a un raduno lombardo. Pochissimi i giustificati: Edoardo Rixi, viceministro che presidia il Mit. Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, che ieri ha tenuto un agguerrito convegno sulla magistratura a Bologna. Non ci saranno i governatori, da Luca Zaia a Max Fedriga. Il clima comunque è bellicoso, anche se la Lega ieri annunciava che «non ci saranno isterie collettive come a Riace per Mimmo Lucano». E il mirino lumbard si sposta anche sul Pd, che ieri ha ospitato in un convegno rappresentanti di Open Arms. «Feeling sconcertante».

Salvini alle 10 sarà nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, ma i leghisti si raduneranno a 6 km di distanza, davanti al Politeama. Niente palco. Gazebo stretti per favorire il colpo d’occhio. Ieri sera ancora si organizzavano pullman, temendo il flop. La partecipazione sarà un test anche per la Lega siciliana, perché diversi big locali sono corteggiati dal nuovo movimento di Lombardo Micciché.

Un’altra grana, per Salvini, che nella trasferta europea – in cui si è parlato soprattutto di migranti e dell’appoggio dei Patrioti a Fitto commissario – non ha sbloccato l’impasse su Vannacci. Il generale, designato vicepresidente del gruppo Ue ma poi declassato per ordine dei francesi, ancora spera di tornare in sella: «La Lega non indicherà un successore, resto l’unico nome». Ma di lui ieri, sostengono fonti leghiste, non si è nemmeno parlato.


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