Nuova infornata di nomine all’ex ente “inutile” – Un vortice di cervelli e di stipendi che pare inarrestabile con buona pace di Giancarlo Giorgetti che chiede ai ministeri di tirare la cinghia

(Di Ilaria Proietti – ilfattoquotidiano.it) – Un sinedrio che promette meraviglie: Renato Brunetta ha trasformato il Cnel in un club esclusivo, un pensatoio di esperti che nemmeno Mario Draghi quando era a Palazzo Chigi: c’è Marco Leonardi che ha lavorato proprio con l’ex premier ma anche con i suoi predecessori Gentiloni e Renzi. C’è l’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria e pure Gianfranco Polillo che fu sottosegretario con Mario Monti. Ma Brunetta ha voluto anche Nicola Rossi, consigliere di D’Alema nonché parlamentare Pd che oggi per il ministro Giorgetti studia come rendere meno punitivo il fisco. Dotti e sapienti alla corte di Renato che sogna in grande grazie a super-esperti, per di più gratis.
E meno male perché da che Brunetta si è insediato a Villa Lubin le spese corrono e non solo per riportare all’antico lustro le facciate, le tende e i giardini. Ma anche per comunicazione, pubblicità, viaggi e consulenti a pagamento, un’infornata questa che è appena all’inizio: si preparano a essere contrattualizzati Andrea Serraino e Fabiana Majorani quali esperti di politiche di integrazione degli stranieri, Gabriella Stramaccioni e Alessandro Barbano, addetti all’inclusione dei detenuti, Emilio Albertario giornalista e consulente (nonché marito di Simonetta Matone) che si occuperà di cerimoniale e comunicazione. Ed è già pronta un’altra selezione per ulteriori cinque rinforzi perché Brunetta vuole giocare su ogni tavolo, che sia il welfare, i carcerati, la transizione energetica o l’intelligenza artificiale: per questo fa cose e vede gente ma soprattutto l’assume. Il conto dell’ultima infornata frutterà a chi 25 mila euro, a chi 20, ma anche 15 e 10 mila.
È già sul registro dei pagamenti del Cnel Giovanni Guzzetta nelle grazie di Brunetta (18 mila euro) ma anche del ministero dell’Ambiente Gilberto Fratin (gli ha affidato una consulenza da 48 mila per riscrivere le norme che servono all’Italia per tornare al nucleare).
Ma in alcuni casi il presidente del Cnel si è dimostrato ancor più generoso: alla sua fedelissima Stefania Profili ha assicurato uno stipendio da capo segreteria da 95 mila euro l’anno che da settembre somma ad altri 30 mila, a onore e gloria del suo impegno di sua segretaria personale. La di lei figlia Giulia Mancini al Cnel invece arrotonda il già ricco emolumento percepito quale dirigente di Svimez: 90 mila euro a cui si aggiungono i 20 mila diventati in un amen 30 per meglio comunicare le imprese targate Brunetta, anche lui premiato dal nuovo corso: il decreto sul Pnrr convertito in legge ad aprile ha cancellato quell’odiosa norma che in ossequio alla spending review impediva a Brunetta di cumulare la pensione da professore universitario allo stipendio da presidente a Villa Lubin, dando via libera all’assunzione di dirigenti, funzionari, assistenti ed esperti della più svariata fatta.
Un vortice di cervelli e di stipendi che pare inarrestabile con buona pace di Giancarlo Giorgetti che chiede ai ministeri di tirare la cinghia.