
(Tommaso Merlo) – L’olocausto a Gaza continua. Oggi tutto scrolla rapidamente tranne quell’orrendo massacro di esseri umani colpevoli solo di essere nati in quel lager affacciato sul mare. Una di quelle vergogne dell’umanità destinate a produrre un nuovo ordine. Media organici e politicanti ormai parlano d’altro, eppure per fermare la catastrofe del secolo basterebbe un giro di telefonate tra paesi occidentali e l’imposizione di un embargo militare ed economico contro Israele. Una decisione che dovrebbe essere scontata per paesi che si spacciano come paladini dei diritti umani, ma impedita da una politica sempre più moralmente corrotta. Israele è totalmente dipendente dagli occidentali, senza soldi ed armi sarebbe costretto a ficcarsi in quel posto certi deliri sionisti. Ed invece è notizia di questi giorni che aerei spia americani ed inglesi abbiamo sorvolato Gaza centinaia di volte nel corso dell’ultimo anno partecipando di fatto al genocidio. Proprio loro, l’Inghilterra coloniale che ha traghettato i sionisti in Terra Santa e gli Stati Uniti che da decenni li sostengono. Davvero agghiacciante ed ormai insostenibile. Il nuovo processo di Norimberga che le corti internazionali stanno imbastendo, potrebbe segnare davvero l’inizio di un nuovo ordine. Da quello dell’impero anglosassone post-coloniale che nasce dalle ceneri della seconda guerra mondiale, ad un ordine multietnico e multipolare che nasce dalle ceneri di Gaza. Lo insegna la storia. Persa ogni credibilità morale, si perde anche quella politica. Ed esaurita una stagione, ne inizia un’altra. Del resto se l’attuale ordine mondiale fosse sano, avrebbe reagito subito davanti ad un genocidio fermando Israele senza esitazioni. Molto semplice. Se uno stato calpesta la legge internazionale e le sue istituzioni, gli si deve impedire di perpetrare i suoi crimini e si mette alla porta. Punto. Vale per le persone come per i paesi. Se invece la legge non è uguale per tutti, se le istituzioni vengono denigrate e alle cricche dei potenti viene concessa ogni porcheria, salta tutto. Si ha disordine, non ordine. Una questione che va ben oltre il Medioriente. Di recente l’ONU ha confermato l’illegalità dell’occupazione israeliana, eppure in queste ore il ministro Smotrich ha ribadito che Israele continuerà ad occupare la West Bank ma anche Gaza e cacciare tutti gli arabi che non si sottomettono. Ed ha anche ribadito che la soluzione dei due stati non si farà mai. Deliri ideologici che ripetono da decenni e che fanno seguire da fatti sanguinari. Eppure l’Occidente è alleato e sostiene questi invasati invece di tagliare ogni ponte e costringerli a ragionare. Ormai siamo oltre al ridicolo. La Harris preferisce rischiare di perdere le elezioni che fermare il genocidio. Paesi come la Germania rivendicano l’invio di armi a bagno di sangue in corso. In Inghilterra non si può neanche aprire bocca mentre molti paesi come il nostro si nascondono dietro a silenzi terrificanti. Siamo alla fine morale dell’Occidente e quindi alla sua fine politica perlomeno come lo abbiamo conosciuto e cioè a trazione americana. Lo conferma la nascita dei Brics che ritengono giustamente assurdo che presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU abbiano il diritto di veto paeselli insignificanti come l’Inghilterra o la Francia o che spadroneggino gli Stati Uniti che sono il 4% del pianeta. Serve un sistema che rispecchi la realtà e che impedisca agli occidentali gli abusi e le ipocrisie degli ultimi decenni. A far ben sperare di essere agli albori di una svolta, è anche la società civile occidentale che a seguito del genocidio a Gaza e ai rischi di guerre atomiche mondiali, si è risvegliata dal torpore egoistico ed ambisce ad un profondo cambiamento. Lo insegna la storia. Prima cambiano le consapevolezze delle persone, poi cambia la società, poi cambia la politica a cui spetterà il compito di concretizzare un nuovo ordine mondiale che non permetta davvero a nessuno e per nessuna ragione di compiere un olocausto.