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Il cretinismo politico sui pm (e chi non vota)

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Regolarmente a destra, prima delle elezioni, si strilla che con le loro inchieste su corruzione e abusi di potere i giudici “politicizzati” vogliono interferire con il libero esercizio del voto. Poi, quando […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Regolarmente a destra, prima delle elezioni, si strilla che con le loro inchieste su corruzione e abusi di potere i giudici “politicizzati” vogliono interferire con il libero esercizio del voto. Poi, quando quella stessa destra vince (grazie all’autolesionismo degli avversari) escono titoli come: schiaffo ai pm da parte degli elettori. E si esulta perché (ovviamente) le inchieste non hanno influenzato i risultati.

Naturalmente è falsa l’una e l’altra cosa ma questa esibizione di cretinismo politico (di cui è campione Matteo Salvini con la cazzata “Se i magistrati vogliono fare politica si facciano eleggere”) copre una realtà di un’evidenza solare. Infatti, gli ex elettori non vanno più a votare soprattutto perché sempre più disgustati da una politica dedita alla propria impunità.

Conosciamo tutti la storia di come dopo l’illusione di Mani Pulite, quando per una breve stagione la legge uguale per tutti ebbe un suo riscontro nei fatti, l’esercizio della giustizia sia stato progressivamente arginato e vilipeso da tutti gli altri poteri in combutta contro quei rompicoglioni dei giudici. Ebbene, al di là di ogni altra considerazione sul tentativo di manomettere l’equilibrio costituzionale per creare le condizioni di un esecutivo solo al comando (vedi premierato), davvero qualcuno può pensare che gli italiani siano così stupidi? Che essi trascorrano le vigilie elettorali nella trepidante attesa di esprimere con la scheda nell’urna il diritto democratico fondamentale, quello di manifestare la propria volontà per concorrere all’esercizio della sovranità popolare? È una frase che si addice alla splendida protagonista del film superpremiato C’è ancora domani, che nell’Italia uscita dalla dittatura affida al voto la propria volontà di riscatto. Parole che oggi, ottanta anni dopo, acquistano il suono falso che hanno tutte le espressioni troppo a lungo abusate: diritti, democrazia, sovranità. Infatti, come Liguria insegna, ai seggi hanno fatto la differenza soprattutto le truppe organizzate dagli amici degli amici, mentre i troppi che non ci credono più sono restati a casa. Del resto, perché inzupparsi di pioggia quando quella mattina aprendo un qualsiasi sito si poteva leggere, tra gli altri, il titolo: “Discarica di Chiaiano, la prescrizione salva gli imputati” (a proposito di toghe politicizzate)?


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