Christian Raimo ha sbagliato. Valditara non va colpito lì, come si colpisce la Morte nera in Star Wars. Valditara va preservato, coccolato, messo in una teca come i chiodi della croce di Gesù. E se proprio […]

(Di Selvaggia Lucarelli – ilfattoquotidiano.it) – Christian Raimo ha sbagliato. Valditara non va colpito lì, come si colpisce la Morte nera in Star Wars. Valditara va preservato, coccolato, messo in una teca come i chiodi della croce di Gesù. E se proprio bisogna scomodare Star Wars, caro Raimo, bisogna fare le citazioni giuste. Valditara non è la Morte Nera, è Jar Jar Binks, un umanoide che nelle intenzioni del suo creatore doveva segnare il nuovo corso della saga di Guerre stellari, ma poi a ogni apparizione era talmente cringe e sbeffeggiato dal pubblico, che a un certo punto gli sceneggiatori si sono trovati davanti a un bivio: come farlo sparire? Scartata l’idea di eliminarlo perché in fondo era odiosamente ridicolo, l’hanno reso un leader politico. È impossibile non vedere nella sua performance in occasione della presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin una creativa, l’abbagliante vocazione autolesionista di Giuseppe Valditara. Non si spiega altrimenti la ragione per cui un ministro, invitato a dire qualcosa davanti a un uomo a cui è stata uccisa la figlia dal fidanzato che non si rassegnava a lasciarla andare, pensi bene di (a) dire che il patriarcato è morto 50 anni fa, sostituito da “residui di maschilismo”; (b) dire che la violenza sulle donne è legata anche all’immigrazione illegale. Considerato che il residuo di maschilismo di Filippo Turetta si è tradotto in 75 coltellate e che Filippo Turetta è veneto, è davvero un peccato che il ministro Valditara abbia interrotto il suo memorabile intervento prima di riuscire a dire almeno un altro paio di cose: per esempio che se non esistessero le donne i femminicidi non esisterebbero, che le donne hanno moltissimo spazio, anche mediatico, nella società tant’è che da un anno Giulia Cecchettin è su tutti i giornali e che il femminicidio della povera Giulia è accaduto a Padova, la cui abbreviazione guarda caso è Pd.