
(Dott. Paolo Caruso) – Alla vigilia dell’inizio dei lavori dell’Assemblea Costituente del M5S, mentre già da venerdì sono in corso le votazioni degli iscritti che si chiuderanno nel primissimo pomeriggio di domenica, trapela una certa tensione tra i parlamentari 5 Stelle e tra gli addetti ai lavori. In primis sarà da valutare il numero dei votanti da cui dipenderà l’esito della stessa assemblea per non lasciare a Conte e ai suoi sostenitori il classico cerino acceso della sconfitta. Infatti è proprio il Presidente in prima persona a rischiare di essere il giudice fallimentare del Movimento, abbandonato da buona parte degli iscritti che come spesso accade in ogni rivoluzione trasformano i propri ideali, legittimandoli con quelli a cui erano legati nel recente passato. Lo stesso Beppe Grillo, “Garante” prezzolato ( di Che?) rappresenta una mina vagante, un Grillo sparlante che come nell’ Amleto di Shakespeare recita il suo “essere o non essere”. Esserci o non esserci questo è il dilemma! Priverà mai l’Assemblea Costituente di così tanta tracotanza? La mancanza di risultati elettorali favorevoli, la perdita di voti, l’elevato astensionismo, magari saranno la causa del contendere e riusciranno ad infiammare la platea, ma la voglia di cambiamento è già avviata, e tra meno di 48 ore con il contributo degli 89000 tesserati si assisterà alla scelta di rinnovamento del Movimento 5 Stelle. Resteranno comunque nel DNA dei pentastellati i valori fondanti, di legalità, di rispetto dell’ambiente, di pace, e di tutela dei più deboli. A questi si aggiungeranno i problemi che in questo momento maggiormente interessano i cittadini e che più vengono penalizzati dalla destra di governo, come il diritto alla salute con un effiente SSN, la scuola, il minimo salariale, il lavoro, la transizione ecologica e quella digitale, la Giustizia, l’evasione fiscale, l’informazione, quella stessa informazione che zerbino del potere rappresenta un ostacolo alla libertà. I problemi interni al Movimento, lo Statuto con la limitazione dei due mandati, la sua collocazione, le alleanze, il simbolo e il nome riscalderanno gli iscritti ma tutto resta legato in primis al quorum dei votanti. Una patata bollente per Conte che legato alla collocazione del Movimento nel campo “progressista” mette, in caso di sconfitta, in discussione la sua stessa leadership. Saranno gli errori macroscopici, le scelte scellerate dell’Elevato, con l’alleanza mortale al “grillino” Draghi, l’ instabilità emotiva nel volere annientare la sua creatura politica, e le esternazioni contro il Presidente Conte a volere mettere la parola fine al suo folle progetto, relegandolo come un pugile suonato all’ angolo del “ring” del Palazzo dei Congressi a Roma. Sarà un evento senza precedenti, mai accaduto nella storia dei partiti nostrani, di un rinnovamento che parte dalla base e che traccerà le linee guida per affrontare le sfide del nostro Paese. Per Grillo solo polvere di stelle, per il Movimento una giornata Stellare.