Conflitti mondiali – L’Onu non pervenuta. Che intesa Trump, biden, netanyahu: nessun responsabile

(Di Fabio Mini – ilfattoquotidiano.it) – Il cessate il fuoco concordato ieri in Libano è la solita buona notizia che serve a far dimenticare e nascondere quelle cattive passate e future. La decisione israeliana è avvenuta subito dopo aver lanciato l’attacco più massiccio al cuore del Libano. In pratica quell’attacco si è portato avanti col lavoro distruggendo in una giornata tutto quello che poteva distruggere in sessanta giorni. Con un costo materiale e umano esorbitante per libanesi e israeliani. Migliaia di morti e devastazioni sono insostenibili per il Libano esattamente come il costo degli attacchi e le centinaia di morti sono insostenibili per Israele checché ne dicano entrambi.
Festeggia Biden, che vanta un successo della sua fallimentare politica estera, festeggiano gli israeliani e festeggia Hezbollah che “ha costretto” Israele all’accordo. Dopo aver trattato per decenni Hezbollah peggio di Hamas (che fu anche aiutato da Israele) Israele ha dovuto riconoscere Hezbollah come interlocutore alla pari. Ovviamente le condizioni della tregua non sono affatto garanzie di sicurezza. Anzi, a sentire bene come le ha presentate Netanyahu sono delle minacce ancora più gravi degli attacchi bellici. E nemmeno la vittoria di Biden è così entusiasmante. Per tutto il suo mandato non ha fatto altro che fomentare guerre e instabilità e se veramente ieri, da morto (politicamente), avesse avuto un ruolo nella ricerca della tregua avrebbe potuto esercitarlo da vivo impedendo i conflitti.
Anche l’idea che ci sia stato un accordo preventivo tra Biden e Trump sulla licenza di uccidere data all’Ucraina e sulla tregua israeliana è discutibile. O è fasulla o è un gioco delle parti. In ogni caso entrambi stanno cercando di non riconoscere i conflitti come propri “figli naturali”, i “bastardi” (come si diceva un tempo per i frutti del tradimento, del meretricio, dello stupro o dell’incesto), nati male e cresciuti peggio.
Biden cerca appigli per dimostrare nella prossima autobiografia, che lui con la guerra in Ucraina non c’entra nulla e in quella d’Israele ancora meno. Trump ovviamente non riconosce la paternità, ma ha già l’alibi per liquidare i figli naturali del predecessore con il trattamento previsto per i bastardi: la soppressione. Trump non ha ancora le idee chiare su come sopprimere il conflitto ucraino, ma ha già i suoi sicari in Europa (in realtà più sicarie che sicari) che possono anche coincidere con le madri biologiche (ancorché consenzienti, stuprate o meretrici). Per il conflitto mediorientale il sicario è pronto da tempo e adesso è in attesa di ricevere la conferma del “contratto” di sopprimere il conflitto eliminando l’Iran al quale mandanti e sicari attribuiscono il ruolo di padre putativo.
Bisognerebbe festeggiare, se non fosse che in entrambi i casi la soppressione dei bastardi passa per lo scatenamento di ben due guerre nucleari in Europa e ai suoi confini. E anche di queste guerre bastarde nessuno vorrà riconoscerne la paternità. Se ne può uscire in altro modo? Certamente e anche legalmente e dignitosamente. Ad esempio, si possono chiamare madri e padri alle loro responsabilità e pretendere che raddrizzino i figli bastardi in modo che non costituiscano più un pericolo pubblico per tutta la comunità. Se questi genitori (generatori di conflitti) non accettano o tergiversano vanno portati in tribunale, incriminati e puniti.
I “figli” vanno affidati alla giustizia e alla tutela, alla restrizione come al recupero. Fuori di metafora: chi può esercitare questo ruolo? Oggi gli organi internazionali che hanno questo compito istituzionale ci sono ma non sono in grado di assolverlo perché padri e madri si sono coalizzati nel bloccarli. Crimine nel crimine. Sono organizzazioni come le Nazioni Unite che amano farsi chiamare “Comunità Internazionale”, ma che non lo sono affatto se uno fra cinque paesi può decidere della legalità dei conflitti. La vera “Comunità” è quella che viene esclusa dalle decisioni. Ed è un falso giuridico e morale che non abbia voce in capitolo, è un pretesto e un alibi per rinunciare alle proprie responsabilità. Ci sono perciò gli Stati che non condividono questa situazione e che hanno una voce importante perché “la loro”, senza asservimenti. Ci sono gli Stati ai quali non è imposto il dovere di rispettare i veti incrociati: tutti gli Stati possono e devono stipulare trattati fra di essi ai quali il diritto internazionale riconosce validità e preminenza specialmente se rivolti alla sicurezza, alla prosperità e alla pace. Le Nazioni Unite non riescono a svolgere questo ruolo per l’opposizione dei grandi padri d’ignoti, ma tre o quattro “nazioni unite” potrebbero agire d’iniziativa e imporre se necessario anche con la forza e la deterrenza le soluzioni alle situazioni più rischiose e criminali. Un conflitto qualsiasi può essere evitato con l’intervento politico e diplomatico di più stati e può essere risolto con la tutela e l’intervento multinazionale. Un conflitto iniziato si può circoscrivere, limitare nel tempo e nell’alimentazione. Le nazioni possono intervenire direttamente con o senza richiesta degli interessati per separare i contendenti piuttosto che favorire uno di essi ai danni dell’altro. Possono assumere la responsabilità e l’autorità su di un territorio se si cerca di far cessare il conflitto. Le ragioni di uno e dell’altro vanno considerate, ma se non si possono conciliare la comunità internazionale ha il dovere d’intervenire perché nel momento del conflitto la priorità non è accertare chi ha ragione e chi ha torto (sempre difficile) ma è quella di farlo cessare. I nostri soldati assieme a quelli di decine di altri paesi sono impegnati in varie parti come “ostaggi” pronti a diventare vittime e martiri dell’ipocrisia. Nel frattempo stiamo chiamando 32 eserciti alla guerra per alimentare quella (Ucraina) che ci porterà alla rovina e continuiamo a ignorare l’altra in Medio Oriente che ci ha già portati alla vergogna. Tutti: padri, madri e i loro bastardi.