
(Tommaso Merlo) – Vogliono il riarmo del vecchio continente e boicottare ogni trattativa con la Russia anche a costo di rischiare un conflitto nucleare mondiale. In Germania hanno invitato i cittadini a costruirsi bunker mentre si riparla di esercito europeo e leva obbligatoria per i nostri figli e nipoti. Sta tornando la guerra anche in Europa interrompendo il più lungo periodo di pace dopo secoli di sanguinari conflitti. Un tragico ritorno al passato tra cittadini distratti e tecnocrati in balia di un belligerante isterismo collettivo. Mentre le masse scrollano scempiaggini e lorsignori si godono l’alta società tra una poltrona vellutata e l’altra, migliaia di giovani innocenti stanno crepando in trincea tra palta ghiacciata ed esplosioni devastanti. Eppure nessuno li cita, nessuno li tiene in considerazione nei loro discorsi perbenisti. Giovani obbligati a buttar via la loro unica esistenza senza un valido perché, forzati a rinunciare ai loro sogni e ai loro affetti, lasciando alle spalle famiglie dilaniate dal dolore. È questa la guerra. Esseri umani che muoiono violentemente e nel terrore perché qualche politicante litiga nei palazzi invece di fare il suo lavoro che è di ragionare, trattare e trovare soluzioni. Con nessuno che ha il coraggio di alzare la testa e gridare basta a tale follia autodistruttiva. Siamo in mano a leader defunti come Biden e detestati come Macron e Starmer che oltre ad armi sempre più offensive, vorrebbero addirittura mandare truppe nel Donbas arrivando ad uno scontro diretto con Mosca e quindi i suoi alleati. Come se usassero la guerra per nascondere la loro miseria politica. E siamo in mano a gente come Ursula e la sua insulsa commissione di tecnocrati che insistono nel buttare benzina sul fuoco trascinando cocciutamente l’intero continente a scenari da secolo scorso. Una escalation che si è aggravata da quando Trump ha vinto le elezioni, come se volessero far degenerare la situazione al punto che Trump non potrà farci più nulla per placare l’incendio. Come se volessero boicottare la pace giocando in anticipo. Trump ha ribadito il cambio di rotta in Ucraina ed è notizia di ieri che Putin è disposto a trattare con lui e trovare una soluzione. La pace è a portata di mano e la chiave è la neutralità dell’Ucraina che è anche la vera ragione della guerra. La Nato dovrebbe difenderci ed invece ci ha trascinato in questa deriva pericolosa con la sua arroganza. Trump vuole riformarla ed anche per questo lo stanno boicottando. Come se l’industria della guerra volesse imporsi anche sulla volontà popolare americana che ha scelto Trump. Ed è questo l’inquietante nodo politico che emerge. I cittadini non vogliono la guerra, non la vogliono negli Stati Uniti e nemmeno in Europa, ma i politicanti invece di rappresentare la volontà popolare, assecondano testardamente l’industria della guerra finendo in balia di un belligerante isterismo collettivo. Negli ultimi decenni la guerra è diventata sempre più una specie di affare di stato, non solo sopra ai cittadini ma addirittura sopra ai governi nazionali che si sono alternati senza che l’industria della guerra conoscesse pause. L’unica differenza è che oggi la guerra ce la troviamo sull’uscio e pure nucleare. Coi cittadini che presto torneranno a combattere di persona e questo senza che abbiano nessuna voce in capitolo. Uno scandalo democratico aggravato dell’impressionante vuoto politico a livello europeo. È come se l’industria della guerra non trovando argine politico riesca ad imporsi spudoratamente sui tecnocrati continentali trascinandoci tutti nel baratro. Un nodo politico fondamentale. In democrazia il potere appartiene al popolo, altrimenti è altro. E dato che anche la lobby della guerra è globale, i cittadini occidentali devono unire le forze per non soccombere. Un nodo di cui nessuno parla. I cittadini contano sempre meno ma sono loro a pagare la guerra e pure due volte, una in contanti e la seconda con la propria pelle. Come i giovani che stanno morendo dilaniati in trincea e presto potrebbero essere raggiunti dai nostri figli e nipoti. Già, la guerra non è altro che questo.