(Di Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – Mercoledì sera, interno Camera. In aula si sta votando il decreto Università. In notturna, dopo la visita del re di Spagna. Pochi deputati, molta noia. Ma nell’emiciclo ci sono banchi particolarmente vuoti: quelli di Fratelli d’Italia. Alcuni sono partiti, molti sono ad Atreju, la festa del partito che si svolge al Circo Massimo. Quando si inizia a votare gli emendamenti, la maggioranza è sopra di pochi voti: 4-5 al massimo. Panico. Il governo rischia di andare sotto per le assenze dei deputati meloniani. Le opposizioni se ne accorgono e vogliono provare il blitz: uscire dall’aula per far saltare la seduta in assenza di numero legale. Scatta l’allarme nella chat dei deputati FdI. Il vicecapogruppo Manlio Messina alle 20:37 scrive: “Siamo sopra di poco, siete tutti pregati cortesemente di non allontanarvi e chi è stato assente è pregato di venire in aula”. Dieci minuti dopo: “Rientrate tutti, rischiamo di andare sotto con il numero legale”. Niente, nessuna risposta. La situazione peggiora. A quel punto deve intervenire il neo caporgruppo Galeazzo Bignami che manda un messaggio whatsapp e poi un sms: “Anche chi è ad Atreju rientrare in aula”. Mentre a Montecitorio si prende tempo dal Circo Massimo parte la rincorsa dei deputati per tornare in aula a votare. C’è chi organizza le macchinate (anche blu). Alle 21:29, arrivati i rinforzi, si vota. La maggioranza approva il decreto per pochi voti. Operazione riuscita. Nonostante Atreju.