Il ministro Crosetto e gli altri – Gli altri Gasparri, Sgarbi e le querele di Valditara

(Di Tommaso Rodano – ilfattoquotidiano.it) – A Natale sono tutti più buoni, Guido Crosetto meno. La mattina del 24 dicembre il ministro della Difesa ha pubblicato su X una foto dell’amato Monviso: “Da quasi un anno non riuscivo a vederlo dal vivo… Finalmente a ‘casa’”. Sui social – è noto – ironie e insulti sono dietro l’angolo, ma i personaggi pubblici in genere sono in grado di gestirli con serenità. Invece al ministro scappa la frizione. Si comincia con tale FrancescoWM, che gli scrive: “Non riuscite a non frignare o piagnucolare… è proprio più forte di voi… lamentarsi o frignare”. Crosetto si scalda: “In realtà era un tweet di felicità ma capisco che uno sfigato come lei non riesca nemmeno a capirlo. Almeno a Natale, cerchi di non rosicare per la vita degli altri e provi a vivere la sua. Buon Natale”. È un crescendo. Un altro utente lo provoca sul tema delle spese militari: “Sarebbe opportuno che pensasse anche a chi, grazie alle vostre armi, una casa non l’ha più, una famiglia non l’ha più. Quando chiedete più tasse, usatele per fare del bene e non distruggere il Ssn”. Qui il ministro esonda: “Non so se lei sia più infame o ignorante. Ciò detto anche una persona squallida come lei merita di passare un Buon Natale: auguri”. Un altro lo invita a restarci, a casa. Crosetto, implacabile: “Se lei torna a cuccia”.
Al di là dei moralismi, fa una certa impressione un ministro che abbia il tempo di rispondere, uno per uno, ai commenti negativi della gente comune, superandoli abbondantemente in aggressività. Le vacanze di Natale non lo rilassano affatto. L’anno scorso si mise a litigare il 2 gennaio su Instagram sotto la foto di una partita di burraco. Ai commenti più sguaiati, rispondeva con questo stile: “La informo, coglione, che se alle 11 di sera decido di rilassarmi, lo posso fare senza che uno come lei si permetta di scrivere schifezze così”; “Cosa faccio nel mio tempo libero, di sera, hater di merda, sono fatti miei. Si faccia una vita propria”; “Ma vada a quel paese, cretino”.
A destra peraltro Crosetto non è il solo a tradire livelli preoccupanti di nervosismo e permalosità. Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, è stato bersaglio delle ironie social per un tweet piuttosto sgangherato sul tetto agli studenti stranieri, che conteneva contorsioni grammaticali come questa: “Se nelle scuole si insegni”. Tra decine e decine di messaggi irrisori, Valditara ha deciso di querelare il giornalista Giulio Cavalli e lo scrittore Nicola Lagioia (al quale ha ritirato la denuncia sotto Natale, dopo le scuse pubbliche del Premio Strega). All’inizio dell’anno, il 13 gennaio, Valditara aveva scomodato di nuovo i suoi avvocati per querelare la Rete degli Studenti di Milano, che lo citava in un volantino, insieme ad altri rappresentanti delle istituzioni, come responsabile dei ragazzi rimasti uccisi durante l’alternanza scuola lavoro. C’è poi il caso di Christian Raimo: il professore sospeso per tre mesi dall’insegnamento a causa di un attacco pubblico al ministro (“Io penso che da un punto di vista politico Valditara vada colpito, perché è un bersaglio debole e riassume in sé tante delle debolezze del governo”). L’altroieri Raimo ha presentato ricorso contro il provvedimento disciplinare.
Viene il sospetto che nella nuova destra egemone, da Crosetto in giù, ci sia qualche problema nella gestione del dissenso, anche il più innocuo. Prendete l’idolo Vittorio Sgarbi, che non ha bisogno di presentazioni: ha fatto dell’insulto gridato all’avversario politico, al giornalista o al cittadino comune una specie di manifesto personale. Oppure Stefano Bandecchi, sindaco di Terni: su chiunque lo contesti – citando Manuel Agnelli – ci scatarra su. Letteralmente. O ancora Maurizio Gasparri, ex ministro delle Comunicazioni, il primo a (non) capire come funzionano i social. Una volta insultò una ragazza giudicata in sovrappeso: “Meno droga, più dieta, messa male”. Un’altra, si distinse per sensibilità dopo la liberazione delle due cooperanti Vanessa e Greta: “#Vanessa e Greta sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo!”. Un’altra ancora, riuscì a litigare persino con un “utente” che si chiamava “Puffo Brontolone”: “Non c’è cura per te, spacciato”.