
(Dott. Paolo Caruso) – Il noto fancazzista, il Cazzaro verde per antonomasia, ora che la magistratura di Palermo lo ha assolto dalle accuse di sequestro di persone, i migranti diseredati, tratti in salvo nel mediterraneo dalla ong open arms, ritorna quasi santificato a sproloquiare contro le cosiddette “zecche rosse”, i magistrati comunisti, accusati a suo dire di fare politica. A tal proposito come fatto punitivo ripropone e fa sua la tesi della separazione delle carriere dei magistrati, scavalcando di fatto Carletto mezzo litro, ovvero il Ministro Nordio. Non passa giorno che Salvini non faccia parlare di se, per le sue genialate, le sue ingerenze e prese di posizione in attività pertinenti ad altri dicasteri, in un crescendo di propaganda politica in funzione elettorale. Infatti per Mister Papeete le sue esternazioni da campagna elettorale sono come gli esami, non finiscono mai. La costruzione del ponte sullo stretto di Messina è una sua fisima, solo propaganda portata avanti per sua esclusiva visibilità tanto che non risulta essere una priorità neppure per i cittadini siciliani e calabresi ne tanto meno per il popolo leghista che da sempre antimeridionalista sfegatato vede in questa folle opera uno spreco spropositato di denaro pubblico. Un progetto suggestivo, un semplice slogan, destinato probabilmente a rimanere sulla carta che ingrassa da anni il consiglio di amministrazione della società Ponte dello Stretto e che in un prossimo futuro potrebbe aprire nuovi appetiti alle mafie, risulta inconciliabile con gli interessi immediati e lo sviluppo del mezzogiorno d’Italia. Infatti unirebbe in un abbraccio simbolico due regioni del profondo sud dove il Nulla e il Niente farebbero da corollario alla mancanza di infrastrutture, di strade, autostrade, rete ferroviaria veloce. Una mancanza di progettualità di cui oggi Salvini è responsabile in quanto Ministro di pertinenza. Padrino dell’intitolazione a Silvio Berlusconi dell’aeroporto internazionale di Milano Malpensa dimostra la sua profonda ipocrisia visti i trascorsi burrascosi con il Caimano di Arcore. L’ approvazione del nuovo codice della strada frutto delle sue cicliche masturbazioni neuronali presenta note di inapplicabilità e contraddizioni che non fanno altro che creare confusione agli addetti. Un Ministro in perenne conflittualità con i sindacati, causa di scioperi ripetuti nel mondo del trasporto pubblico, in contrasto con il servizio auto NCC a tutela delle lobby dei tassisti, attuando restrizioni alla libertà di sciopero sancita dalla costituzione, non dando risposte esaurienti per i frequenti ritardi ferroviari, non essendo all’altezza del mandato dovrebbe avere l’onestà intellettuale di fare un passo indietro. Ora rivendica dall’alto della sua santità giudiziaria il ritorno al Ministero degli Interni per riprendere l’azione di sicario nei confronti dei poveri cristi che vengono a bussare alla nostra porta, alla porta dell’Europa. La sua religiosità fatta di rosari, medagliette e felpe affoga nella più profonda ipocrisia. Lo sciacallaggio politico poi nei confronti della Premier Meloni, atto al ridimensionamento della stessa, produce instabilità nell’azione di governo, sperando così Salvini di trovarne presto giovamento. Crisi di governo? Ai posteri l’ardua sentenza!