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Gasparri, il cotechino e l’accoglienza

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Il 29 dicembre scorso l’“Avvenire” pubblica un commento sulla sentenza Open Arms (quella che a Palermo, nove giorni prima, ha assolto Matteo Salvini) scritto da Luigi Patronaggio, procuratore […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Ho appena inoltrato al ministro della Giustizia una interrogazione per chiedere un’ispezione a carico del magistrato Luigi Patronaggio. Mi sono anche rivolto al Csm perché valuti eventuali provvedimenti dopo un incredibile articolo scritto da quel magistrato. Patronaggio andrebbe allontanato dall’ordinamento giudiziario”. Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato

Il 29 dicembre scorso l’“Avvenire” pubblica un commento sulla sentenza Open Arms (quella che a Palermo, nove giorni prima, ha assolto Matteo Salvini) scritto da Luigi Patronaggio, procuratore generale presso la corte d’Appello di Cagliari. Le osservazioni contenute nell’articolo dal titolo “Un amaro spartiacque” presentano una particolare autorevolezza. Quella del giornale dei vescovi italiani che ospita con rilievo lo scritto del magistrato, già procuratore della Repubblica di Agrigento, da sempre in prima linea nel contrasto alle organizzazioni mafiose. Per Gasparri è davvero troppo e lo immaginiamo mentre allo scoccare del Capodanno è lì che verga trafelato una pila di esposti, denunce, censure, deferimenti, notifiche, conditi di improperi e minacce. I famigliari lo attendono per il tradizionale cenone e voci impazienti lo reclamano: dài, Maurizio, sbrigati che il cotechino con le lenticchie si raffredda. Ma lui, niente. La comicità del personaggio (beniamino della satira a reti unificate) non minimizza la gravità dell’attacco sferrato.

Gasparri presiede i senatori di Forza Italia, di quel partito sovente collocato nella parte moderata dello schieramento, impreziosito da una patina di garantismo peloso. Si preferisce dimenticare che costoro si considerano gli eredi legittimi del fu Silvio Berlusconi, nemico numero uno di ogni forma di giustizia che ostacolasse i suoi interessi. Patronaggio, pur nel rispetto della sentenza, esprime amarezza per un contrasto all’immigrazione che a partire dal 20 dicembre “non sarà più quello che, pur nella severità dei controlli dovuti per la sicurezza nazionale, ha contraddistinto l’Italia come un Paese dell’accoglienza rispettoso del diritto delle genti e del mare, dei trattati internazionale e della Costituzione repubblicana”. Per Gasparri e i suoi sodali l’importante è farla pagare a Patronaggio: nell’agosto 2019 fu lui a salire a bordo della nave della Ong spagnola Open Arms e a sequestrarla, permettendo uno sbarco vietato dal Viminale retto all’epoca dall’attuale segretario della Lega. Imputato poi per sequestro di persona e abuso di ufficio. Trattasi dunque di una ritorsione a orologeria tipica di certi ambienti. Dove l’esecutore agisce su preciso mandato.

Patronaggio non nasconde la sua amarezza non – ovviamente – sull’esito del processo, ma “dalla vulgata secondo cui, d’ora in poi, per difendere i confini nazionali sarebbe legittimo imporre fantasiosi quanto impraticabili blocchi navali, ordinare alle navi delle Ong di percorrere, dopo pericolosi e sfiancanti salvataggi in mare, migliaia di miglia nautiche per raggiungere un porto sicuro scelto dall’autorità nazionale secondo estroversi disegni elettoralistici”. Questo farebbe venire meno i pronunciamenti della Corte costituzionale e della Corte di cassazione ma anche degli appelli del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e soprattutto l’immagine dell’Italia come un “Paese di accoglienza rispettoso del diritto delle genti e del mare, dei trattati internazionali e della Costituzione”.


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