Quantcast
Channel: Politica – infosannio
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

I buoni propositi ’25 dal platano-Salvini al calabrone di Tajani

$
0
0

(di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – Il 2025 è appena cominciato e già sappiamo che, politicamente, farà schifo come e più degli anni precedenti. Ecco i buoni propositi per il 2025 dei “leader” (?) italiani.

Meloni. Continuerà a non fare nulla, o a farlo malissimo, e ciò nonostante – o forse proprio per questo – governerà con agio. Donna Giorgia starà a Palazzo Chigi (almeno) fino al 2027. Quest’anno proseguirà nel solco patetico e mediamente vomitevole di sempre: vittimismo, narrazione fantasy, azzerbinamento agli Usa, battaglie idiotamente identitarie (“Dio patria famiglia” e bla bla), armi di distrazione di massa, classe dirigente orrida, numeri a caso, monologhi spacciati per interviste. Il tutto condito dalla solita dialettica pesciarola e fingersi furbescamente underdog (che non vuol dire esprimersi da borgatara trucida). L’informazione (larga parte) continuerà a proteggerla e l’astensione perdurante tramuterà i suoi pochi voti (effettivi) in consenso bulgaro. Ricette vetuste della casa: frignare, imitare Draghi e dire “sì padrone” a Trump & Musk. Daje!

Salvini. Il suo buon proposito dovrebbe essere quello di smettere con la politica, ma lo ha già fatto dalla nascita (e ancor più dal Papeete 2019): semplicemente è l’unico a non essersene accorto. Resterà postumo in vita, aggrappandosi a battagliacce di destra e a figurine damascate tipo Vannacci. La sua sequela di boiate proseguirà inesorabilmente: il ponte, i trasporti, il codice della strada, i chiodi, l’autonomia, il ritorno al Viminale… non ne becca una neanche per sbaglio. Meloni gli toglierà ancora più voti, e lui resterà a capo della Lega fino a quando nel partito si renderanno conto che perfino un platano morto risulterebbe più votabile del Salvini attuale. Poveraccio.

Tajani. Per lui vale la regola del calabrone: non potrebbe volare, ma chissà come gli riesce. Così Tajani: non ha mezza dote rilevante, ma in qualche modo i voti li raccatta. La speranza per il 2025 resta dunque la stessa: che nessuno scopra la sua evanescenza. E che Tajani stesso non si accorga della sua natura di calabrone ipotetico.

Schlein. Il buon proposito del 2025 è supercazzolare come e più del 2024. Andrà avanti nel dire tutto e niente, che è poi l’unico modo per tenere unito un partito che – in effetti – dice tutto e niente. Continuerà ad andare in tivù solo dove le dicono che è la nuova Giovanna d’Arco, proseguirà nel dar retta al genio autentico che le cura la comunicazione (lo stesso che aveva già riscritto il concetto di “Waterloo” quando seguiva la Boldrini presidentessa della Camera). Dirà di aver vinto anche quando ha pareggiato. E aprirà l’alleanza pure a Renzi, Calenda, Magi e magari financo Rizzo, Santoro, Povia, il biondo dei Ricchi e Poveri e Gigi Lo Zozzo. Avanti popolo!

Conte. La sua tattica è chiara: distinguersi sempre più dal Pd per risultare l’alternativa più credibile alla Meloni, senza però rompere del tutto con Schlein. Perché ciò funzioni, servono almeno due cose: a) un Conte in forma deluxe, capace di motivare anzitutto delusi e/o astenuti; b) un elettorato ancora in grado di indignarsi, e non irrimediabilmente disamorato e sfiduciato. Mica facile.

Fratoianni. Fare il “Bersani estremista”. Scaricare Bonelli. E finirla di sostenere bolliti improponibili (tipo quel professore spelacchiato che ultimamente gioca al martire).

Calenda. Darsi definitivamente al wrestling dialettico, dove ha pochi rivali, e smetterla di prendere sportellate da Orsini, che quanto a geopolitica gli mangia in testa fischiettando.

Bonelli. Nella filosofia greca, il nulla era ricondotto alla mancanza di forma che contraddistingueva la materia. Nella politica contemporanea, il nulla (con rispetto parlando) è ricondotto a lui.

Renzi & Magi. Vedi sopra.

Buon anno!


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

Trending Articles