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Visibilia, Santanchè obbligata dai giudici a pagare subito 5 mln

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In bilico – Cancellato il piano di rateizzazione: “Dani” entro la fine dell’anno ha saldato i debiti. Di questi, 1,4 milioni erano dovuti al Fisco

(Di Nicola Borzi – ilfattoquotidiano.it) – Prima di fine anno, stretta nella tenaglia tra i suoi impegni per il piano di salvataggio di Visibilia Editore – per evitarne il fallimento e il rischio di incappare in nuove indagini per reati fallimentari – e la necessità di onorare i debiti con il Fisco come concordato in precedenza, in poche settimane Daniela Santanchè ha dovuto sborsare oltre 5 milioni di euro. Una vera forca caudina, quella nella quale si è trovata la ministra del Turismo del governo di Giorgia Meloni nonché senatrice di Fratelli d’Italia.

Tutto prende le mosse dal piano di salvataggio di Visibilia Editore Spa e Visibilia Editrice Srl (in liquidazione) varato nell’estate scorsa dall’amministratore giudiziale del disastrato gruppo editoriale e pubblicitario fondato dalla ministra e da lei amministrato sino a fine 2021. Il progetto finanziario per evitare il tracollo di Visibilia predisposto da Maurizio Irrera, nominato dal tribunale di Milano, ha messo la senatrice di FdI di fronte alla necessità di sborsare entro fine anno oltre 5 milioni. Di questi, 1,4 milioni circa sono andati a chiudere tutti i debiti pregressi con il Fisco, per i quali in precedenza Santanchè e i suoi legali avevano ottenuto una rateizzazione dall’Agenzia delle Entrate.

Lo conferma una nota della stessa società quotata (ma sospesa) alla Borsa di Milano, datata 13 dicembre, sull’aggiornamento dello stato di esecuzione del piano di risanamento . La nota fa riferimento alle “risorse derivanti dalla sottoscrizione della tranche di aumento di capitale riservata ad Athena Pubblicità”, il nuovo nome dell’ex Visibilia Concessionaria sempre rimasta sotto il controllo della Santanchè tramite la società Dani Immobiliare, che per il 95% fa capo personalmente alla ministra e per il restate 5% è di suo figlio Lorenzo Mazzaro. Per ridare ossigeno al suo gruppo, la ministra ha sborsato 4,5 milioni dell’aumento di capitale deliberato il 25 luglio 2024. Secondo la nota Visibilia ha previsto la “chiusura anticipata delle rateizzazioni dei debiti tributari entro il 31 dicembre 2024”, anziché entro le successive scadenze dei singoli piani di rateizzazione fiscale. Athena Pubblicità ha versato a Visibilia Editore 500 mila euro entro novembre a titolo finanziamento soci, poi girati a Visibilia Editrice. Non tutti questi soldi sono andati però a ripianare di debiti fiscali. Una grossa parte è stata usata da Visibilia per saldare i suoi debiti con banche e fornitori. Poiché i debiti fiscali rateizzati con l’Agenzia delle Entrate da Santanchè erano pari a 1 milione e 640 mila, l’82% della somma dovuta al Fisco (quasi 2 milioni), detratte le cinque rate già pagate per 250 mila euro grazie al ricorso alla “rottamazione quater” – che aveva fatto insorgere le opposizioni –, la ministra ha dovuto versare in pochi giorni prima di fine anno in una sola tranche all’Agenzia delle Entrate circa 1,4 milioni. Lo stesso comunicato stampa del 13 dicembre di Visibilia infatti scrive che “sono stati corrisposti gli importi portati da cartelle esattoriali scadute e non rateizzate; sono stati saldati pressoché integralmente i debiti previdenziali, con l’eccezione di un credito dell’Inpgi di importo contenuto, ancora in corso di quantificazione; risultano ancora da versare, in coerenza con quanto previsto dal Piano – che ne prevede il pagamento entro il 31 dicembre – i debiti tributari oggetto di rateizzazione, la cui esatta quantificazione è in corso di definizione ad opera dell’Agenzia delle entrate”.

È stata dunque una corsa contro il tempo, che ha portato non poco stress alle finanze di Santanchè. Anche perché l’unico bene posto a garanzia dei suoi debiti, la famosa casa di corso Vercelli a Milano, era già stata ritenuta un cespite non sufficiente a garantire la solvibilità di tutte le pattuizioni sottoscritte con l’Agenzia delle Entrate e altri creditori. Insomma, il Tribunale di Milano, per il tramite dell’amministratore giudiziario, ha deciso che era più sicuro saldare i debiti tutti subito.


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