
(Tommaso Merlo) – Mentre a Gaza imperversa l’inferno, nella notte altri due soldati israeliani sono morti in combattimento e siamo quasi a 300 dall’inizio del conflitto, davvero tanti viste le forze in campo e confronti col passato. I soldati israeliani che invece si sono suicidati da ottobre sono 10 mentre gli psichiatri continuano ad avere la fila di militari traumatizzati fuori dalla porta e sono già centinaia quelli congedati. Riservisti che avevano una vita normale tra le colline palestinesi come sparsi per il mondo finiti al fronte a fare una insulsa strage per una causa che qualcuno gli ha inculcato in tenera età. Non è umanamente possibile ammazzare persone innocenti ed inermi e poi dormire sonni tranquilli se si è persone perbene. Ci riescono solo coloro a cui hanno talmente lavato il cervello da immedesimarsi in certi fanatici deliri. Vi sono obiettori di coscienza israeliani in galera da anni ma anche riservisti che si rifiutano di partire per il fronte che finiscono nei guai. Si registrano poi i primi casi di ex soldati israeliani che raccontano delle nefandezze compiute tra le macerie di Gaza. Abusi, torture, esecuzioni sommarie con tanto di foto e video finiti online che il Tribunale Internazionale sta già valutando come prove del genocidio. Alcuni soldati ammettono nell’anonimato di aver ricevuto l’ordine di sparare a qualsiasi cosa si muovesse. Già, anche quella degli scudi umani si conferma una delle malefiche panzane propagandistiche usate per giustificare il massacro indiscriminato di “human animal” come li ha definiti il ministro della difesa israeliano Gallant anche lui con una richiesta di arresto per crimini di guerra sul groppone. Già, anche i soldati israeliani hanno un cellulare e perfino una testa che è venuta a sapere che i loro leader politici nazionali sono accusati di crimini contro l’umanità che loro come soldati stanno materialmente compiendo. Sciocchezze per i fanatici invasati, dolore e traumi indelebili per le persone perbene. Un genocidio è devastante anche per chi lo compie se persona perbene. L’inferno intanto imperversa da mesi. Cacciabombardieri, carrarmati, cannoni. Tonnellate di bombe dal cielo e miliardi di munizioni su un fazzoletto di terra tra i più densamente popolati al mondo. Un genocidio annunciato. Un suicidio per Netanyahu ed i suoi complici. Dopo otto mesi e decine di migliaia di morti, Hamas è più forte che mai e si è allargata in tutta la regione, gli ostaggi sopravvissuti sono ancora tali e non c’è ancora nessuna idea sul futuro di Gaza. Il popolo palestinese non è poi mai stato così al centro del dibattito mondiale e con un consenso schiacciante mentre Israele non è mai stato così isolato ed odiato e quindi in pericolo. Il leader di Hamas riceve baci e abbracci dai paesi arabi mai così in armonia mentre Netanyahu è scivolato nelle latrine della storia ed è braccato dai giudici e dal suo stesso popolo imbestialito. Ha già perso, ma non vuole ammetterlo. Quanto all’intreccio di complicità lobbistiche e politiche occidentali, non sono mai state così esposte e anche qui c’è da attendersi sorprese. Davvero impressionante la recente visita di Nikki Haley in Israele, l’ultima rivale di Trump per le primarie repubblicane ha scritto di suo pugno su missili diretti a Gaza “finiteli”. Nikki Haley ha intascato solo quest’anno un milione e mezzo di dollari da AIPAC che è la potentissima organizzazione della lobby ebraica. Solo per le presidenziali americane alle porte, AIPAC prevede di spendere 100 milioni di dollari per comprarsi tocchi di classe dirigente americana di entrambi gli schieramenti. Davvero da brividi. Fatti che superano le peggiori congetture e che spiegano la storia. Intanto a Gaza imperversa l’inferno, i soldati israeliani arrancano nel buio anche interiore mentre Netanyahu insiste col suo lodevole suicidio.