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La Lega contro le Soprintendenze: “Basta pareri vincolanti”. Stop dal ministero della cultura

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Un emendamento leghista al dl cultura ispirato al “salva-Milano” agita gli enti ministeriali per la tutela. Il ministero della Cultura di Giuli: ritiratelo. Dubbi di FdI. Ma Salvini vuole andare avanti. Pd, Avs e M5S in rivolta. Sospesa la commissione cultura

La Lega contro le Soprintendenze: “Basta pareri vincolanti”. Stop dal ministero della cultura

(di Ernesto Ferrara – repubblica.it) – Dopo la proposta di uscita dall’Oms, un colpo alle Soprintendenze. Per ridurne il potere. Mettendo in capo non più agli enti ministeriali che si occupano della tutela ma ai sindaci l’ultima parola su una valanga di pratiche urbanistiche e edilizie. Il pressing alto della Lega sul governo continua. Stavolta con un emendamento al Dl cultura per azzoppare le Soprintendenze sulla scia dell’idea del “Salva-Milano”. Solo che il ministero della cultura guidato da Alessandro Giuli si ribella. Esprime parere tecnico negativo. Ne chiede il ritiro. Scoppia anche il caos in commissione cultura alla Camera, con Pd, M5S e Avs in rivolta. Seduta sospesa coi dubbi di FdI che rimbalzano. Ma la Lega vuole andare avanti. E un altro giorno di tensione è servito.

A volte ritornano, verrebbe da dire. La destra di governo rispolvera ora una battaglia già tentata, senza successo, dal governo Renzi, che 10 anni fa fu addirittura stoppato dal Quirinale nel tentativo di superare le Soprintendenze archeologiche. E’ l’altro Matteo, il vicepremier Salvini, leader della Lega, a riprovarci ora. Lo fa il suo partito con un emendamento al Dl Cultura in discussione alla Camera. Primo firmatario il deputato Gianangelo Bof. Ed è lo stesso ministro delle infrastrutture a rivendicarlo sui social: “Più semplificazione e meno burocrazia, avanti con una proposta di buonsenso. Sulla stessa linea del Salva-Casa di Milano. L’obiettivo è liberare gli uffici dalle pratiche che non riguardano i grandi monumenti o le rilevanti opere storiche, affidando ai Comuni l’ultima parola su tutte le altre decisioni urbanistiche e paesaggistiche, perché il parere delle Soprintendenze non sarebbe più vincolante” scrive Salvini. Una mossa molto legata al situazione di Milano. Al famoso “Salva Milano”, la legge su cui anche il sindaco Sala insiste. Forse l’idea di provare a togliere l’etichetta “milanese” dal provvedimento. Estendendo l’allentamento delle regole a tutto il Paese.

Non a caso salta fuori una serie di dichiarazioni entusiastiche di amministratori leghisti da nord a sud: il segretario della Lega del Lazio Bordoni, il segretario toscano Baroncini, la senatrice spezzina Pucciarelli. “Stop alla burocrazia che paralizza l’Italia” rivendicano. Il mondo delle Soprintendenze e del ministero dei beni culturali è già in rivolta. Si racconta di messaggi allarmatissimi di molti dirigenti e soprintendenti che già circolano tra chat e telefonate. Preoccupazione e spinte rimbalzano sul ministro Giuli per stoppare il tentativo. Secondo esperti di normativa della tutela l’emendamento leghista finirebbe pure per essere incostituzionale perché istituisce un doppio binario in pratica: la Soprintendenza secondo l’idea leghista continuerebbe ad avere parere vincolante sui palazzi e gli immobili soggetti a vincolo (il patrimonio artistico) mentre sul paesaggio deciderebbero i sindaci.

Dentro la macchina dirigenziale del ministero l’accoglienza della proposta non è stata brillante, per usare un eufemismo. Successe anche ai tempi del governo Renzi per l’idea del ministro Franceschini di abolire le soprintendenze archeologiche. Esperti, storici dell’arte e ricercatori si schierarono contro, si narra che anche l’ex capo del legislativo del ministero Gino Famiglietti non fosse favorevole. Il docente Salvatore Settis fu tra i capi della rivolta del mondo della cultura. E potrebbe accadere lo stesso ora.

L’emendamento leghista è piuttosto hard. Si tratterebbe di una modifica del codice dei beni culturali, riformato nel 2004, eliminando il parere vincolante e trasformandolo in parere non vincolante su una serie di pratiche paesaggistiche. Ad esempio in relazione “agli interventi da eseguirsi nell’ambito dei beni paesaggistici qualora il Piano paesaggistico sia approvato”. In quei casi, se l’emendamento leghista passasse, basterebbe l’ok del Comune. Lo stesso “in relazione ad interventi da eseguirsi su immobili ed aree sottoposti a tutela dalla legge o in base alla legge”, “nel caso di aperture di strade e di cave, di posa di condotte per impianti industriali e civili e di palificazioni”, “nella posa in opera di cartelli o altri mezzi pubblicitari”. E ancora. Parere non vincolante della Soprintendenza “nel caso di tinteggiatura delle facciate dei fabbricati siti nelle aree vincolate”, “nei casi di procedimenti finalizzati all’accertamento della compatibilità paesaggistica a posteriori”. Rimarrebbe il parere vincolante della Soprintendenza sui condoni edilizi in area vincolata.

Il Pd non ci sta: “L’emendamento della Lega al Dl cultura rischia di tradursi in una deregulation dannosa. Chiediamo al ministro Giuli di bloccare questo tentativo” invoca la capogruppo dem nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi. Duro anche il commento di Avs. “L’emendamento al dl cultura, con cui la Lega mette nel mirino le Soprintendenze – afferma Elisabetta Piccolotti -, rappresenta un attacco alla tutela dei beni culturali italiani. Si tratta di una proposta sciagurata”. Contro anche il Movimento 5 stelle, che attraverso Antonio CasoAnna Laura Orrico e Gaetano Amato affermano: “Un colpo di mano inaccettabile che rischia di devastare il nostro patrimonio storico e paesaggistico. L’emendamento è stato accantonato in Commissione Cultura, ma questo scempio non deve passare”.

Le tensioni arrivano anche in maggioranza perché in FdI fioccano i dubbi. La seduta della commissione cultura viene sospesa. La tensione con il ministro Giuli sale. Arriva il parere del Mic sull’emendamento leghista ed è “negativo, con richiesta di ritiro”. La Lega però fa sapere di voler tirare dritto: “Su richiesta di migliaia di cittadini, imprenditori e associazioni la Lega intende proseguire la battaglia per sburocratizzare. In questo senso il partito di Matteo Salvini conferma l’emendamento che ridimensiona il ruolo delle Soprintendenze e sta definendo anche una proposta di legge ad hoc”. A favore si schiera il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.


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