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Michele Emiliano: “Correndo divisi si perde: basta parlare di candidati a premier”

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Presidente della Puglia – “La destra non vuole controlli sui suoi atti: ma con la guerra ai giudici può perdere consensi“

(Di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Le destre vanno sempre più dritte contro i giudici, magari anche nella convinzione che attaccarli paghi nei sondaggi. Ma il presidente regionale ed ex pm Michele Emiliano è convinto che alla lunga Giorgia Meloni possa rimetterci: “Continuando così, il governo perderà consenso, mi creda. Anche perché servirebbe dialogo, per di più in un momento in cui si discute di riforme che riguardano i giudici”.

Secondo Meloni “i giudici vogliono governare”. Mente o semplicemente esagera?

Quando la destra governa è sempre la solita storia, attaccano i magistrati perché non vogliono un controllo di legalità sui loro atti. Anche io ammetto che questo controllo dei giudici è pieno di errori, avendone subiti diversi. Solo che io mi sono limitato a tutelarmi nei processi.

E invece i partiti di maggioranza…

Attaccano la Corte d’appello sui migranti, quando le norme europee sono evidenti: il concetto di paese sicuro va sempre parametrato alla singola persona. Per Giulio Regeni l’Egitto non era un paese sicuro. Vogliono ridurre i poteri della Corte dei Conti perché a loro avviso è troppo pervicace nei controlli. Dicono che il libico Almasri sia stato liberato per un cavillo, per colpa dei giudici, quando è stato il ministro della Giustizia Nordio a non fare ciò che doveva fare, cioè trasmettere gli atti al procuratore generale di Roma.

Perché hanno liberato il capo della polizia giudiziaria libica?

Perché gestisce le politiche migratorie in Libia. Lo hanno fatto per la ragion di Stato. Ma io consiglierei di non rivolgersi a un uomo come lui. In futuro si rischia di essere accusati di concorso nei suoi reati.

La comunicazione giudiziaria del procuratore Francesco Lo Voi a Meloni e ai ministri era un atto dovuto?

Assolutamente sì. Non poteva che trasmettere gli atti al Tribunale dei ministri, di fronte a una denuncia che non era manifestamente implausibile. E poi Lo Voi non è certo un estremista.

In tutto questo, la ministra Daniela Santanchè è ancora al suo posto.

Cosa la renda così insostituibile per Meloni per me resta un mistero. In questi casi anche l’amicizia si adopera per chiedere a una ministra di fare il proprio dovere e dimettersi. Mi chiedo perché non accada.

Si è chiesto anche a cosa puntasse Dario Franceschini proponendo ai partiti progressisti di “marciare divisi per battere le destre”?

Non si può andare divisi, altrimenti la destra vincerebbe ancora prima di gareggiare. È una questione di tecnica elettorale.

Allora perché proporlo? Franceschini voleva solo intendere che Elly Schlein non deve già considerarsi la candidata premier?

(Sorride, ndr) Talvolta i miei amici del fronte democratico mi sembrano un po’ matti. Di fronte agli enormi problemi che abbiamo, dal lavoro e l’economia ai migranti, l’ultima cosa di cui preoccuparsi ora è chi sarà il nome per Palazzo Chigi. Quella sarà l’ultima cosa.

Il centrosinistra non assomiglia neppure a una coalizione.

Una volta, dopo una delle mie vittorie elettorali, mi scrisse proprio Franceschini: “Andresti studiato a scuola”. Io volevo un accordo con i 5Stelle già nelle scorse Politiche, ma Enrico Letta mi chiese di stare zitto. Ma questa volta non rimarrò in silenzio. Non permetterò ai leader di correre separati. Serve un accordo sui collegi, altrimenti rivincerà Meloni.

Cosa e chi servirebbe per unirli?

Io li metterei tutti assieme in una stanza. Quando sei di sinistra, per vincere ti ci vuole una cazzimma particolare, perché devi convincere molti di destra a votarti. Come dice il Vangelo: “Puri come colombe e prudenti come serpenti”.

Quest’anno si vota in sei regioni, Puglia compresa. Lei si candiderà come consigliere regionale, dicono.

Io cercherò di far vincere Antonio Decaro. Se per farlo servirà anche la mia candidatura, sono pronto. Altrimenti lavorerò da fuori.

Pare che lei e l’ex sindaco di Bari siate in disaccordo sulla legge elettorale. Lei vorrebbe norme per limitare le liste civiche, mentre lui ne vorrebbe tante. Conferma?

Ma no, sono sciocchezze che si scrivono per scarsità di notizie. Io e Antonio siamo un’anima e un corpo solo.

Al suo predecessore Nichi Vendola non piace il suo modo di governare. Ha dichiarato che per la Puglia del futuro si augura “meno nomine e meno Cda”.

Io a Nichi non rispondo più.

Intanto Vincenzo De Luca “resiste”. Cosa gli direbbe per convincerlo a desistere dal terzo mandato?

Nulla. Non ha bisogno dei miei consigli. E comunque non li ascolterebbe (ride, ndr).


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