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Rieccoli: Agricat rinega i rimborsi agli agricoltori

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Dopo i ristori da pochi spiccioli (per esempio, 14 euro a fronte di danni per trentamila) un’altra doccia fredda per gli agricoltori alluvionati dell’Appenino romagnolo. Tanti stanno […]

(Di Natasha Ronchetti – ilfattoquotidiano.it) – Dopo i ristori da pochi spiccioli (per esempio, 14 euro a fronte di danni per trentamila) un’altra doccia fredda per gli agricoltori alluvionati dell’Appenino romagnolo. Tanti stanno ricevendo da Agricat – il fondo mutualistico catastrofale del ministero dell’Agricoltura – una pec che comunica il rigetto della domanda di indennizzo. A dispetto delle promesse del ministro Francesco Lollobrigida che l’estate scorsa dopo lo scandalo dei rimborsi beffa – e dopo aver ammesso gli errori fatti da Agricat – aveva fatto marcia indietro, dichiarando che sarebbero stati cambiati i criteri di valutazione dei danni. “Ma più che rivedere i criteri hanno semplicemente ampliato il perimetro ammissibile a valutazione, prendendo in considerazione non solo la parte di terreno alluvionata ma tutta la particella”, dice Gianni Fagnoli, imprenditore agricolo di Rocca San Casciano, in provincia di Forlì.

Che è successo? Agricat, per rilevare gli allagamenti, ha utilizzato i dati provenienti dal sistema satellitare Copernicus. Peccato che i ristagni d’acqua difficilmente possono formarsi sulla montagna, perché l’acqua corre lungo le pendenze. L’Appennino invece è stato devastato dalle frane (migliaia) e dal collasso delle strade, in molti casi con il blocco della produzione agricola per mesi. “Proprio a causa degli smottamenti siamo rimasti completamente isolati per 70 giorni – dice Alberto Marchi, agricoltore di Civitella di Romagna, sempre nel forlivese, che ha ricevuto la comunicazione di rigetto dell’indennizzo. – L’azienda ha perso tutta la produzione frutticola dell’anno, per più di due mesi non abbiamo potuto lavorare. E ancora oggi la strada comunale che porta ai miei terreni è chiusa: non usufruiamo né del servizio di posta né di quello della raccolta dei rifiuti”.

E dire che proprio pochi giorni fa Agricat aveva annunciato trionfalmente l’accoglimento di quasi 20 mila domande per un totale di 106 milioni di risarcimenti. Ristori che però riguardano anche le gelate tardive che si sono verificate in altre regioni e non solo l’alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio del 2023 e per la quale Agricat ha ricalcolato 67 milioni (prima erano 43) aumentando di 9 mila unità gli ettari presi in esame. Solo che l’Appennino è stato tagliato fuori. Eppure molti esponenti della maggioranza, dalla Lega a FdI, avevano esultato. “Non sappiamo quale motivo di soddisfazione si possa trovare in tutta la faccenda Agricat, più che esultare a mezzo stampa sarebbe stato opportuno porgere delle scuse”, osserva Fagnoli. Coldiretti dice ora che il fondo mutualistico ha fatto la sua istruttoria “in base ai parametri che lo governano”. Agli associati infuriati ha scritto che “per le zone collinari e montane dove il danno è avvenuto per frane e smottamenti e non per alluvione vera e propria (loro per alluvione intendono proprio un allagamento persistente di più giorni sul campo) le domande di risarcimento sono passate in mano alla Regione. Tuttavia i tempi di erogazione e le modalità di determinazione del contributo non sono ancora stati comunicati”. E in ogni caso gli agricoltori potranno sempre fare ricorso entro dieci giorni. Punto e a capo.


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