Quantcast
Channel: Politica – infosannio
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

“E’ stata la mano di Lollo”: il miracolo di Subiaco, capitale del libro 2025

$
0
0
Italy, Lazio, Subiaco, The monastery of San Benedetto and santa Scolastica, or Sanctuary of the Sacro Speco

(Viola Giannoli – repubblica.it) – SUBIACO (ROMA) — «E certo che lo meritavamo. Lei sa cos’è successo qua?». Lo struscio del centro si batte il petto con orgoglio. «Ma perché, ch’è successo?», si preoccupano dal bar. Benvenuti a Subiaco, un’ora in macchina da Roma, borgo d’imperatori, di santi e di cartai, di stelle del cinema, di campioni del mondo e di ministri. E ora pure capitale italiana del libro. Miracolo (o forse no) tra i monti Simbruini.

La notizia è arrivata a dicembre, tre giorni fa la firma del Consiglio dei ministri, la staffetta con Taurianova da marzo, gli eventi chissà, perché nel frattempo, due settimane fa, la terra s’è paralizzata con la morte improvvisa del giovane sindaco di destra Domenico Petrini. «Avevamo il sogno di portare Subiaco tra le più grandi città italiane ed europee», raccontava fiero il vice Emanuele Rocchi, che adesso s’è trovato la città tra le mani. Più umilmente, Subiaco l’ha spuntata sulle altre: Ischia, Sorrento, Mistretta, Macchiagodena, Grottaferrata. In tutto ne ha battute diciannove, come in serie A.

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida

«Non c’è da stupirsi perché ha un primato: nel 1465 due monaci tedeschi arrivati da Magonza e allievi di Gutenberg stamparono qui il primo libro in Italia a caratteri mobili», rispiega ai visitatori che deviano dal monastero e s’appassionano ai manoscritti Dom Fabrizio Messina Cicchetti, responsabile da sei anni della biblioteca nazionale del monastero di Santa Scolastica. Una storia di «vocazione libraria che affonda le sue radici in secoli di trasmissione amanuense del sapere e di agganci», sintetizza. Ieri come oggi, nulla di nuovo, c’è solo voluto un po’. E adesso qui pioveranno 500mila euro premio. Più da Roma che dal cielo. «La nostra tradizione letteraria certo è indubbia e abbiamo esultato tutti assieme — dice il consigliere di centrosinistra Luca Pannunzi che è stato anche assessore — Senza il ministro magari avremmo faticato di più».

Sul belvedere che affaccia sull’Aniene dove intanto si fa rafting lo sussurrano più chiaramente: «Qui ci stanno almeno tre santi da ringraziare: San Benedetto, Santa Scolastica e San Francesco…». Dove Francesco sta però per Lollobrigida. Se Subiaco s’è guadagnata il soprannome di Lolligrad non è per caso. Oltre ai Borgia, a Ciccio Graziani e all’altra Lollobrigida, e cioè Gina, qui è nato pure il suo bisnipote, responsabile dell’Agricoltura, formalmente ancora cognato, seppur lasciato, di Giorgia Meloni. A Subiaco c’è la prima sezione, ex Msi, in cui ha messo piede, ragazzino. Oggi quel luogo ha ancora la fiamma ma i colori di Fratelli d’Italia che qui ha una sua roccaforte, giunta monocolore, 57% alle ultime elezioni. E insomma se nei vicoli tra l’odore di brace ci sarà pure quello dei libri c’è chi festeggia e ringrazia: «È stata la mano di Lollo».

Di moderno, più della tradizione secolare, oggi c’è una sola libreria, Mondadori point: «Un’intuizione felice — racconta Pannunzi — di chi ha rilevato tabaccaio e giornalaio e nel retrobottega invece della vecchia videolotteria ha portato i libri». E si vende? «Romanzi per bambini, gialli, libri sulla storia e il paesaggio dei Simbruini, best seller di Felicia Kingsley, scontantissimi a tre euro», raccontano davanti alle vetrine.

La biblioteca comunale ha meno di mezzo secolo, sta in un elegantissimo palazzetto giallo, organizza tè su Jane Austen, incontri con Ugo Foà, corsi di teatro, letture per i piccoli, piena zeppa di volumi, 21mila, molti ancora da catalogare: «Si fa forza sui fondi comunali. Se ce ne fossero di più…». Adesso arriveranno. Il regalo di Natale significa eventi, turisti e soldi. Altri tre milioni li aveva messi a maggio l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per il restauro della Rocca abbaziale. Sta lì dalla fine dell’XI secolo ma non si poteva toccare. Poi si è pensato che se il Comune la avesse acquisita, lo Stato avrebbe potuto metterci i soldi. È andata cosi, con l’amministrazione e il governo dello stesso colore.

Ora a qualcuno la capitale del libro ha ricordato quella storia di Amintore Fanfani che da primo ministro riuscì a deviare l’autostrada del Sole per avvicinarla il più possibile alla sua Arezzo facendole fare una curva anomala sul grande rettilineo. O la vicenda di Remo Gaspari, il ministro Dc di Gissi (Chieti) che riempì le poste di tutta Italia di postini abruzzesi.

«Ma cosa c’entra?», sbottano al solito bar della piazza già pieno per lo spritz delle undici. All’audizione online davanti alla giuria nominata dal ministero della Cultura, l’ex sindaco Petrini esclamò: «Signori, Subiaco è capitale del libro di per sé». Gli hanno dato ragione. «Per me lo è ogni giorno, ogni anno», dice pure Dom Fabrizio che nella biblioteca, eccetto pausa pasti e preghiera, passa anche dodici ore al giorno, «custode per la comunità» di 150mila volumi, 15mila documenti, 4mila pergamene appena restaurate, due archivi. «Digitalizzeremo il nostro patrimonio che confluirà in un digital library accessibile a tutti e vorremmo aprire a più turisti l’esposizione al pian terreno di manoscritti e incunaboli e far venire le scuole e tenere vive per più giorni le aule studio senza soffrire come oggi la mancanza di personale», racconta.

Poi a Subiaco, in questa ricca collaborazione tra istituzioni, enti e cittadini più e meno illustri, ci dovrebbero esserci lectio magistralis, incontri con gli autori, presentazioni di libri, un premio letterario e una fiera, libri “parlati” nelle piazze, recital di poesie, conferenze, pure «l’arredo urbano si vorrebbe ripensare per festeggiare il riconoscimento», raccontano gli amministratori. S’è scomodato Petrarca per il titolo del progetto: «Soglia del Paradiso», lo hanno chiamato, come il poeta definì il monastero benedettino incassato nella roccia. Ci sarà un comitato scientifico, saranno coinvolti intellettuali, i nomi sono però top secret. Chi vincerà alle elezioni di maggio dovrà sbrigarsi a fare di Subiaco la capitale del libro almeno per sei mesi. La campagna elettorale non è neanche iniziata, il risultato pare scontato. Qui a Lolligrad.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

Trending Articles