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Denis Verdini torna ai domiciliari, per i giudici le sue “Condizioni di salute sono incompatibili con il carcere”

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La decisione del tribunale di sorveglianza su istanza dei difensori. L’ex parlamentare potrà restare nella sua villa sulle colline di Firenze almeno fino alla fine dell’anno

Denis Verdini fuori Montecitorio, Roma, 8 maggio 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI

(di Luca Serranò – repubblica.it) – Lascia di nuovo il carcere Denis Verdini. Il tribunale di sorveglianza ha concesso all’ex parlamentare di Forza Italia la detenzione domiciliare per un periodo di 7 mesi, ravvisando – sulla base delle valutazioni di un perito – condizioni di salute incompatibili con la galera. Verdini, che alcune settimane fa era stato trasferito dal penitenziario fiorentino di Sollicciano al centro clinico del carcere di Pisa, può dunque tornare nella sua villa sulle colline di Firenze fino alla fine dell’anno.

Un altro capitolo, dunque, dell’infinita saga giudiziaria dell’ex politico toscano. Condannato in via definitiva a 6 anni e mezzo per il crac del credito cooperativo fiorentino (nel novembre del 2021) e rinchiuso Rebibbia, dopo poche settimane era tornato a casa per un focolaio di Covid nel penitenziario.

Col tempo aveva ottenuto un consistente allentamento delle prescrizioni (poteva usare il cellulare perché le dimensioni della villa gli impedivano di raggiungere in tempo il citofono in occasione dei controlli) tanto che nell’autunno del 2021 il tribunale di sorveglianza di Firenze gli aveva concesso di spostarsi a Roma – e di dormire a casa del figlio – il martedì e il mercoledì di ogni settimana, per un ciclo di cure odontoiatricheUna serie di permessi sfruttati però per riallacciare rapporti (anche con conversazioni telefoniche non autorizzate), almeno secondo le indagini della procura di Roma sulle commesse Anas in cui è coinvolto con il figlio Tommaso.

Il 26 ottobre 2021 il primo degli incontri sotto i riflettori, nel ristorante Pastation del figlio, presenti l’allora ad di Anas Massimo Simonini e l’imprenditore Vito Bonsignore. Poi altre due cene, a novembre e gennaio, sempre con una compagnia “eccellente” (in un caso anche il leghista Federico Freni, sottosegretario all’Economia, non coinvolto nell’inchiesta). Da qui l’accusa di evasione e la trasmissione degli atti a Firenze. “Gli atti di indagine documentano una vita sociale e di relazione impegnativa comportante uscite notturne, incontri con imprenditori, politici e pubblici funzionari”, si leggeva nell’ordinanza del tribunale di sorveglianza di revoca dei domiciliari.

E ancora: “La reiterata violazione delle prescrizioni, anche successive alla data dell’udienza (marzo 2022) in cui si discuteva della proposta di revoca per una condotta ben meno grave di quella oggetto di odierna valutazione, rende inidonea la misura domiciliare”. Un riferimento, quest’ultimo, alla mail inviata a Fedele Confalonieri e Marcello Dell’Utri, nel gennaio 2022, in cui Verdini suggeriva, in caso di insuccesso del Cavaliere nella corsa a presidente della Repubblica, di dare “pieni poteri” a Matteo Salvini (compagno della figlia) per trovare un altro candidato. Nel motivare la decisione, infine, il tribunale si era soffermato sulle altre due condanne definitive (una a 5 anni e 6 mesi per il crac della Ste, l’altra a 3 anni e 10 mesi per il dissesto di una impresa edile) inanellate dall’ex politico toscano negli ultimi anni, così come sulla vicenda Anas.


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