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La Storia e il caso Mattarella

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(Stefano Rossi) – Un sereno confronto con due grandi storici: Luciano Canfora e Lucio Villari a proposito del discorso del presidente Sergio Mattarella a Marsiglia, sull’accostamento del Terzo Reich e la Russia di Putin.

È chiaro che la propaganda odierna ha ingigantito l’intervento di Mattarella, ma io non voglio entrare nel merito dei fatti storici, per questo bastano i libri di storia, vorrei fare un’analisi delle due interviste ai due storici per capire come, a volte, nascono e si confezionano le interviste.

Il 16 febbraio, Il Fatto Quotidiano, intervista Luciano Canfora sui fatti della II Guerra Mondiale. La giornalista Daniela Ranieri fa domande solo dal punto di vista prettamente storico. Comincia con “…cosa successe a Monaco il 29 settembre del 1938?” – “C’è anche, da parte riformista e neoliberista, chi fa il paragone tra gli accordi tra Putin e Trump e il patto Molotov-Ribbentrop. È giusto?”.

E la risposta è tipica di uno storico: “Ma no… Il punto particolarmente grave è che nel ’38 l’élite britannica era favorevolissima al Führer”. Il Prof. Canfora spiega che Carl Burkhardt, commissario della Società delle Nazioni, scrisse nei suoi diari che,  Hitler, gli confessò: “Tutto ciò che io intraprendo è rivolto contro la Russia. Se in Occidente sono troppo stupidi o troppo ciechi per capirlo, sarò costretto a raggiungere un’intesa con la Russia per battere poi l’Occidente, per poi lanciare tutta la mia forza contro l’Unione Sovietica”.

Poi la domanda fatidica: “Anche il presidente Mattarella all’Università di Marsiglia ha detto che a Monaco nel ’38 “a prevalere fu il criterio della dominazione” e delle “guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”…”.

La risposta è serena e priva di personalismi: “Quello che ho appena detto smonta questa idea sommaria. Se vogliamo parlare seriamente di quella vicenda, non c’è nulla in comune col quadro attuale. L’idea che serpeggia nella nostra stampa è molto superficiale e analogica”.

Per quello che interessa, l’intervista finisce qui.

Tutto si riduce in due  parole dello storico, “idea sommaria”, senza nomi, senza altro da aggiungere. Non c’è ansia di difendere o offendere qualcuno.

Il 20 febbraio la Repubblica intervista Lucio Villari, ed è tutta un’altra musica.

Intanto, l’incipit: “Parlare con il professore Lucio Villari è come sfogliare un libro di storia che rende la memoria cosa viva…”. Come dire, adesso ve la raccontiamo noi  la vera storia.

E, prima ancora che il professore ci illustri i fatti che gli storici avrebbero tenuto nascosto, urbi et orbi, rende chiaro il senso dell’intervista: “Villari ripercorre il discorso pronunciato il 5 febbraio…a Marsiglia…da Sergio Mattarella e spiega perché il suo accostamento tra il Terzo Reich e l’invasione russa dell’Ucraina “è un parallelismo calzante e azzeccato che ha il merito di…”.

Quindi, prima ancora di cominciare, il lettore è già avvertito; non ci sono errori, Mattarella è ampiamente scusato e sono gli altri, semmai, a sbagliare e a nasconderci la verità.

E si comincia con una domanda per niente pertinente con la storia; tutta rivolta ad assolvere a priori il presidente: “Professore, le parole del capo dello Stato lo hanno esposto a duri attacchi da parte della Russia. C’è una verità storica in quello che ha detto Mattarella a Marsiglia?

“Assolutamente sì a patto di non travisare le sue parole il presidente ha detto che come accaduto nel 1939 quando la Germania dopo aver firmato il patto Molotov Ribbentrop invase la Polonia anche nel 2022 è stato invaso uno Stato sovrano”.

Se mai ci fossero dubbi, la giornalista, precisa: “Villari parla con chiarezza e senza fretta, lucidissimo nei suoi 91 anni”.

Non mi pare che quelli del Fatto si siano preoccupati delle condizioni psico-fisiche di Canfora.

Poi, mi venisse un colpo, non ho più trovato riferimenti pertinenti ai fatti della II Guerra Mondiale. Tutto viene incentrato su fatti recenti. L’accordo NATO-Russia per la non ingerenza; un accordo con l’Ucraina per avere un collegamento con la NATO, siglato in Portogallo; ma nulla sul parallelismo tra il Terzo Reich e la Russia di oggi.

Nulla che spieghi, ove mai sia possibile, che sia pertinente il raffronto, Terzo Reich- Russia di oggi.

——

Rimane la Storia, quella priva di personalismi e amichettismi. Rimane il ruolo fondamentale della Russia di Stalin, il quale, contribuì al fallimento della Germania nazista e alla fine della II Guerra Mondiale. Si alleò con gli angloamericani che poi, alla fine, furono nostri alleati.

Quello che seguì, è un’altra storia che non può cancellare la precedente.

Churchill, aveva capito molto bene chi era Stalin: un altro diavolo al pari, se non peggio, di Hitler. E fece di tutto per evitare, negli incontri, a Yalta e a Potsdam, che prevalessero le sue richieste, visto che Roosevelt, malato e paralizzato, subiva il suo fascino.

Così si spiega la presidenza del successore, Truman, che sganciò ben due bombe atomiche: gli americani non perdonarono il lassismo di Roosevelt durante le conferenze di pace. Quelle bombe non servirono solo alla resa del Giappone; dovevano servire pure da monito al comunismo di Stalin.

Ma guai se non ci fosse stato Stalin e il c.d. “generale inverno”.

Ma ci vuole tanto ad ammettere che Mattarella è scivolato su una considerazione errata e fuori luogo, per tempi e modi, dati i capovolgimenti che stanno avvenendo con Trump?

E poi, mai avrei voluto vedere un insigne storico, come Lucio Villari, arrampicarsi sugli specchi per colpa di qualcuno che gli avrà pregato di intervenire in favore del presidente.


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