Quantcast
Channel: Politica – infosannio
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4224

Il paradosso di Meloni, lontana da tutti i vincitori

$
0
0

I risultati delle elezioni tedesche sono importanti anche per Giorgia Meloni: l’Italia ha bisogno del partner tedesco. Senza Berlino non c’è Europa né viceversa. Angela Merkel aveva trovato un equilibrio: all’Ue manca la sua guida

(Mario Giro – editorialedomani.it) – La cosa che più spaventa i tedeschi è l’instabilità di governo e una Germania spaventata trascina nella paura tutta l’Europa. Nel momento in cui l’Unione europea dovrebbe avere una guida salda e dei leader sicuri, la Germania – che ne rappresenta il cuore e il motore – traballa. Le sfide per l’Europa sono tante e da far tremare i polsi: fine della guerra in Ucraina; relazioni transatlantiche; questione energetica globale; libertà del commercio e dazi… Avremmo tutti bisogno di una Germania sicura di sé.

I francesi si lamentano perché con Olaf Scholz non è stato più possibile “fare del franco-tedesco”, che nel linguaggio eurocratico significa far funzionare la Framania o meglio ancora il Kerneuropa, il nucleo dell’Europa. Gli effetti si sono visti con oscillazioni paurose su ogni tema, poche decisioni in genere in ritardo.

Va detto che la coalizione tripartita che ha governato a Berlino in questi anni si è trovata davanti a sfide inattese come il Covid e la guerra in Ucraina. Proprio per questo i tedeschi vorrebbero ora un governo solido, solo che il loro voto non è conseguente e si disperde in mille rivoli.

La coalizione

Per noi italiani pare poca cosa ma in Germania sembra già troppo una coalizione a tre. Nessuno pensa che possa funzionare come non ha funzionato l’uscente. Era la prima volta che in Germania si tentava una alleanza tripartita e questo sgomenta gli osservatori: tutti i sondaggi anticipano che sarà necessario ripetere l’esperienza anche se con articolazioni diverse.

La Cdu/Csu uscirà in testa ma avrà bisogno di alleati. Gli ultrà della AfD (reputati filonazisti e oltranzisti) gridano ai quattro venti di essere disponibili ma per ora il muro anti-estremisti regge. L’AfD con il suo circa 20 per cento potrebbe permettere alla Cdu di governare ma i tentativi del candidato Merz di avvicinare le due forze politiche sono (per ora) falliti. I tedeschi sperano di evitare un’altra coalizione a tre e i primi exit poll sembrano dar loro ragione: una coalizione Cdu-Sps avrà forse numeri.

L’impatto sui partner europei 

Quale sarà l’impatto delle elezioni tedesche per gli altri partner europei? L’Unione europea non può restare in mezzo al guado. La scelta tra Usa o difesa comune è dura da prendere, come si è visto al recente vertice di Parigi sull’’Ucraina. Solo un forte impulso tedesco potrebbe smuovere l’Europa verso l’unione politica o l’autonomia strategica. È importante ricordare che quando si tratta di Stati Uniti, Germania e Italia hanno una visione simile tra loro ma molto diversa dagli altri partner: non possono permettersi una rottura, nemmeno simbolica.

Non è un caso che il vicepresidente americano JD Vance a Monaco abbia detto che i tedeschi «non devono vergognarsi del loro passato»: un modo per solleticare l’orgoglio tedesco anche se in Germania la maggioranza ha superato da tempo l’idea che il paese nel 39-45 abbia «combattuto una guerra onorevole».

Due anni di recessione sono bastati perché i tedeschi si sentano smarriti e in declino: non erano abituati ad essere additati come malato d’Europa. Una delle reazioni è stata condannare la politica di Angela Merkel che avrebbe sbagliato tutto sia in economia che in politica. Ma c’è anche chi pensa che se fosse rimasta cancelliera, Vladimir Putin non avrebbe mai attaccato.

Nelle sue memorie Merkel scrive che deterrenza e azione diplomatica devono essere sempre messe assieme, una critica indiretta al fatto che nessuno abbia voluto negoziare. «Credo nella forza dei compromessi» rimane il suo mantra.

Priva della sua guida ferma e tranquilla, l’Europa è sembrata andare alla deriva, a dimostrazione che senza Berlino non c’è Europa. Scholz ha tentato la via bilaterale, ad esempio con la Cina ma anche con gli Stati Uniti di Joe Biden, e non ne ha tratto vantaggi, a dimostrazione che senza il resto dell’Europa nemmeno la Germania da sola può molto.

Helmut Schmidt, Helmut Kohl e Angela Merkel hanno saputo interpretare – ognuno a modo suo – una Germania finalmente europea dopo secoli di guerre e revanscismi. Oggi che l’Europa deve trovare un nuovo cammino nella sabbie mobili del caos geopolitico, c’è bisogno di una Germania forte ma non arrogante, sicura di sé ma non solitaria.

Il risvolto per Meloni 

I risultati del voto sono importanti anche per Giorgia Meloni: paradossalmente né la Cdu né tantomeno la AfD le sono vicine. Stretta tra popolari e patrioti (se non di peggio) la premier ha bisogno di un cancelliere con cui dialogare. Non si tratta soltanto di questioni economiche (siamo legatissimi all’economia tedesca) ma del futuro politico dell’Unione. Fratelli d’Italia è posta al centro di un processo di ridefinizione delle destre europee. Mentre quella Ursula sembra in difficoltà, nelle cancellerie d’Europa ci si chiede quale nuova maggioranza europea riuscirà a dare una nuova prospettiva all’Europa, un nuovo impulso, ma per rilanciarla e non per distruggerla. 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4224

Trending Articles