Nei prossimi giorni uscirà un nuovo album delle figurine. Sarà una pubblicazione molto particolare. Si tratterà infatti di un’edizione speciale, dedicata ai personaggi più talentuosi e rutilanti […]

(di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – Nei prossimi giorni uscirà un nuovo album delle figurine. Sarà una pubblicazione molto particolare. Si tratterà infatti di un’edizione speciale, dedicata ai personaggi più talentuosi e rutilanti del governo (in carica o ahinoi allontanati) che, con patriottico sprezzo del pericolo, attraverso i loro variegati guai giudiziari hanno reso evidente il disinteresse più totale della Meloni nei confronti della questione morale. Sarà quindi un Album delle Figuracce Meloni Justice Edition, in tiratura limitata e stampato sulla falsariga delle foto segnaletiche. Ecco in anteprima alcuni dei pezzi più pregiati della collezione.
Santanchè. Statista di pregio, mai volgare e sempre coerente, assai simpatica e smisuratamente amena, attenta come nessuno all’etica e ancor più al rispetto. Un talento puro che il mondo tutto ci invidia. La figurina la ritrae mentre sfoggia borse Hermès originali e al tempo stesso ringrazia la magistratura per il loro operato: la figurina è dunque inesistente.
Sgarbi. Un tempo sottosegretario ai Beni Culturali, il simpatico signore – mai sopra le righe e sempre lucido oltre ogni immaginazione – fu tragicamente messo all’angolo dopo 789 mila indagini e/o scandali che lo riguardavano: restauri sbarazzini, quadri di dubbia provenienza, falsi d’autore, copie in 3D e capolavori caravaggeschi scarabocchiati alla cazzum neanche fossero temini adolescenziali di Scalfarotto. La figurina che lo ritrae avrà una particolarità: una volta toccata, prima ti manderà a cagare e poi ti sputerà in faccia (tra le risate di Morgan).
Montaruli. Un tempo definita “la Serracchiani del Pdl” (non è una battuta: lo scrisse davvero Il Foglio nel 2009, e nessuno ha ancora capito se fosse lusinga o diffamazione), Montaruli è ora vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai. E già questo spiega – pressoché del tutto – la crisi del servizio pubblico. Condannata in via definitiva per peculato in relazione allo scandalo piemontese Rimborsopoli quando era consigliera regionale, si era per questo dimessa da sottosegretaria al ministero dell’Università e della Ricerca. La figurina che la ritrae, chissà perché, abbaia non appena le ricordi i precedenti penali.
Sangiuliano. Ministro della Cultura oltremodo fuoriluogo e disastroso, sempre a metà strada tra il saccente e il caricaturale, si è dimesso benché non indagato. Lo ha fatto non per rispetto delle istituzioni, ma per senso di inferiorità nei confronti dei colleghi di governo così bravi nel far scempio delle regole minime di decoro senza mai sentirsi in colpa (anzi).
Delmastro Delle Vedove. Rutilante sottosegretario alla Giustizia, di recente condannato in primo grado per rivelazione di segreto d’ufficio, nonostante la strenua difesa poggiante sulla granitica tesi per cui sostanzialmente aveva sbagliato, sì, ma non sapeva che quelle carte fossero davvero segrete. Praticamente si è dato del mezzo tonto da solo e questo (essendo per giunta avvocato) non è male. Ha detto che “incalzare e non lasciar respirare” i carcerati al 41-bis e rinchiusi nei blindati gli dà “intima gioia”, e pure questa è una perversione che merita rispetto. Oltre alla condanna in primo grado, lo statista in oggetto vanta (verbo qui calzante come non mai) una misteriosa condanna ora estinta (per guida in stato di ebbrezza, sostiene Domani) e un rinvio a giudizio per aggressione a due clochard nel 2004 (assolto in primo e secondo grado). In più era presente al “Capodanno col botto” di Rosazza 2023/24 (quello col famoso sparo attribuito al parlamentare meloniano Pozzolo, che si difende peraltro incolpando l’allora caposcorta di Delmastro). E divide pure la casa romana con l’ineffabile coinquilino Donzelli. Praticamente gli manca solo di avere la discografia completa di Tony Effe e poi le ha tutte.
Che governo fantastico!