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Una Europa senza identità in attesa del voto

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(Dott. Paolo Caruso) – La ricorrenza del nove maggio 2024 ci ricorda, anche se nell’indifferenza di tanti, che ci sono voluti più di 70 anni per gettare le basi per una integrazione europea che a prescindere dalla bandiera , dall’inno, ( l’inno alla gioia della nona sinfonia di Beethoven), e dalla moneta unica (l’euro), ancora sembra lontana. Una Europa che non sia solamente economica, ma una Europa dei popoli, una federazione di Stati, una Unione politica che ci faccia sentire appartenenti ad una Casa comune. A un mese dalla competizione elettorale del 8 e 9 giugno, i 27 Paesi membri dell’Unione Europea si preparano al confronto e lo spettacolo risulta poco edificante. I partiti in lizza si dilaniano fino al disprezzo reciproco e le faide nazionali si ripercuotono sugli interessi del vecchio Continente oscurando sul nascere qualsiasi progettualità, cancellando la parola PACE che emerge dalla volontà popolare Ognuno vanta più ragione e vanta il meglio di sé. L’Europa, l’Unione dei singoli Stati in quanto tali, ha un peso specifico a livello internazionale, e oggi più che mai è particolarmente interessata nello scacchiere di guerre che la riguardano da vicino. Gli sbandamenti verso estremisti nazionalistici, alimentati dagli Orban, Salvini, Le Pen, allarmano l’elettorato, mentre le Cancellerie, olandese e svedese, virate clamorosamente a Destra, destano non poche perplessità. La Destra estrema, rispecchiantesi nei tanti raduni di stampo nazista che attraversano il vecchio Continente fa paura, per i rigurgiti di un passato che ad alcune frange, sempre più numerose, danno certezza. La kermesse si profila dunque accesa anche in Italia dove “Giorgia”, la bersagliera nana della Garbatella, stenta a farsi riconoscere come figura emblematica dell’antifascismo. La polemica con lo storico Antonio Scurati, che ha sollevato la contraddizione, il tentativo di bavaglio all’informazione, fa discutere e non poco l’opinione pubblica. Eppure anche se la Costituzione italiana nell’antifascismo ha le sue radici, l’Europa con le prossime consultazioni, nell’indifferenza dei suoi cittadini e nella dabbenaggine di parte degli esponenti politici nazionali rischia di tingersi di nuovi colori che sembrano virare verso il “nero”. 


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