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Grillo, ironia e paletti a Conte: “Superato parlare di sinistra”

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RICHIESTA – Il post del Garante: “Concordo con le 3 cose che dice…”. “Vediamoci, come facevo prima con Casaleggio”

(DI LUCA DE CAROLIS – ilfattoquotidiano.it) – Un’auto-intervista, a metà tra lo sberleffo e il ramoscello d’ulivo. Ufficialmente una mano tesa all’avvocato con cui non ha mai legato, ma con l’altra a celare – neanche troppo – una metaforica lama. In un lungo post sui suoi social, Beppe Grillo giura che il rapporto con Giuseppe Conte “va ottimamente”, ma nel testo dissemina pure paletti politici, iniziando dal milionesimo no alla modifica della regola dei due mandati.

Fa capire che il rapporto con Conte non può finire. Ma gli rifila frecciate: “Sono d’accordo con tutte le cose che dice, che poi sono tre”. Soprattutto invoca spazio, peso: “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni”. Sorride ma pretende, il Garante. Vorrebbe essere un contro-potere, nel M5S dove i parlamentari e gli eletti stanno quasi tutti con Conte, anche dopo il 9,99 per cento nelle Europee. Lo ribadisce la presidente della Sardegna, Alessandra Todde: “Il M5S non è padronale, è una comunità di persone. Mi sono stufata di quelli che, quando si vince la vittoria è di tutti e quando si perde è di uno solo”. È la risposta al Grillo che lunedì aveva infierito da un teatro: “Ha preso più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo”. Martedì era seguita la risposta dell’ex premier: “Il destino del M5S non è nelle mani di Grillo, la sua battuta sul Draghi grillino fu un danno”. Ieri pomeriggio, il rilancio del Garante. Il fotomontaggio a corredo del post è un segnale di pace, con lui e Conte nei panni dei protagonisti del film Ritorno al Futuro. Ma non ha voglia solo di stemperare, il Grillo acidulo sul Superbonus, bandiera contiana. “Si è rivelato un disastro…” pare chiedersi nell’auto-intervista. Dandosi una risposta molto articolata: “Il Superbonus è stato voluto da tutti, il problema stava nel metterlo a punto, non nel sostenerlo prima e demonizzarlo poi, scatenando una caccia alle streghe”. Mentre non usa mezze misure sui due mandati: “Non è solo un principio fondativo del M5S, ma è anche un presidio di democrazia: dovrebbe diventare una legge costituzionale”. Conte non la pensa poi così diversamente. Ma non avrà gradito il passaggio sulla rotta politica: “Dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi”.

Un marameo all’ex premier, il quale poche ore fa aveva ripetuto che il Movimento sta nel campo progressista, “e chi ne ha inclinazioni diverse può trarne le conseguenze”, con chiaro riferimento a Raggi. Però quella resta la linea del Garante, che morde qualche interno per la sua fede contiana: “Ci vorrebbero uffici legislativi con professionisti competenti e non cortigiani senza arte né parte”. E che la mette così: “Come si fa ad avere un cattivo rapporto con Conte? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”. Se non è amore, almeno sia tregua.


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