Quantcast
Channel: Politica – infosannio
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

Rutte sarà il nuovo segretario generale della Nato

$
0
0

(ilfoglio.it) – C’è il via libera della Romania, ultimo argine alla nomina del premier olandese uscente, che si terrà a Washington dal 9 all’11 luglio. Dovrebbe entrare in carica a ottobre, quando scadrà il mandato di Stoltenberg

Il premier olandese uscente Mark Rutte sarà il nuovo segretario generale della Nato. Il segretario viene indicato all’unanimità tra i 32 paesi dell’Alleanza atlantica e oggi, giovedì 20 giugno, Rutte ha ottenuto anche il sostegno della Romania, che era l’ultimo stato a non aver ancora appoggiato la sua candidatura. Il presidente rumeno Klaus Iohannis, infatti, è alla ricerca di un lavoro in vista della fine del suo mandato il primo dicembre e ambiva alla guida dell’Alleanza. Oggi, tuttavia, ha ritirato la propria candidatura lasciando campo libero a Rutte, che aveva già ottenuto il sostegno convinto da parte degli Stati Uniti, del Regno Unito e di Germania e Francia. Rutte dovrebbe entrare in carica a ottobre, quando scadrà il mandato dell’attuale segretario Jens Stoltenberg che era già stato prorogato quattro volte. Verrà nominato, comunque, nel vertice Nato che si terrà a Washington dal 9 all’11 luglio.

“Il presidente Biden sostiene fermamente la candidatura del premier Rutte”, aveva detto a febbraio un funzionario americano. “Ha una profonda comprensione dell’importanza dell’Alleanza, è un leader e un comunicatore naturale, e la sua leadership sarebbe utile all’Alleanza in questo momento critico”. Il momento è fatto dalla guerra in Ucraina, dalle minacce della Russia contro l’Europa, dal rischio di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Rutte è primo ministro per gli affari correnti, dopo le dimissioni dello scorso anno e la vittoria del leader di estrema destra Geert Wilders nelle elezioni di novembre. Liberale conservatore, soprannominato Teflon, ha attraversato ogni tipo di avversità politica nei Paesi Bassi, governando con quasi tutti, dall’appoggio esterno di Wilders alla grande coalizione con i laburisti. Salito al potere all’Aia nel 2010, è uno dei politici più rispettati, scaltri e sperimentati in Europa. Ha sostenuto con forza l’Ucraina, approvando pacchetti di aiuti militari per 4,5 miliardi di euro (il quinto posto al mondo in valore assoluto) e lanciando la coalizione degli F-16. Dentro la Nato ha fatto il suo dovere: nel 2024 la spesa per la difesa dei Paesi Bassi dovrebbe aggirarsi attorno al 2 per cento del pil. Quando Trump era alla Casa Bianca, ha osato interromperlo e contraddirlo in pubblico sui dazi (“no”, una guerra commerciale “non è positiva”), ma ha mantenuto buoni rapporti. All’ultima Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha invitato gli europei a smettere di “lamentarci e piagnucolare su Trump” e concentrarsi sull’Ucraina.

Come scrivevamo qui, dietro il nome di Rutte c’è anche una frattura ovest-est. Martedì Rutte aveva ricevuto il sostegno di Ungheria e Slovacchia. Oltre alla Romania era l’ultimo argine: entrambi i paesi sono governati da partiti sovranisti con posizioni critiche verso la Nato. Orbán si è fatto garantire che, durante l’eventuale mandato di Rutte, i soldati ungheresi non parteciperanno ad attività della Nato in Ucraina e che a queste non saranno destinati fondi ungheresi. La Slovacchia invece ha ottenuto dall’olandese la promessa di protezione del proprio spazio aereo.

Rutte è ancora in carica come primo ministro perché nei Paesi Bassi è ancora senza un nuovo governo, dopo le elezioni dello scorso novembre. A metà maggio il Partito per la libertà (PVV) di Geert Wilders ha trovato un accordo per formarne uno e da pochi giorni ha anche trovato un’intesa sul nome del prossimo primo ministro, Dick Schoof, che entrerà ufficialmente in carica il 2 luglio.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4194

Trending Articles