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M5S 2050

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(Giuseppe Di Maio) – Anch’io voglio tornare al Movimento delle origini, ma voglio tornare alle ragioni per cui è nato. Un moto di popolo sorto dalle crisi, dal mal governo, e contro la classe dirigente che avrebbe dovuto proteggerlo dai padroni. Insomma non è nato per comporre un’ulteriore offerta nel panorama di quelle già esistenti, è nato per un preciso scopo: sostituire una classe politica traditrice della propria missione: la difesa delle ragioni dei miseri contro le organizzazioni dei potenti. Per farla breve avrebbe dovuto sostituire la classe politica di quella sinistra che si candidava a proteggere i più dallo strapotere dei pochi solo per prendere i loro voti, per carpire il consenso e assicurarsi un degno posto proprio tra coloro che avrebbe dovuto combattere. L’ultima classe dirigente di cui parliamo era quella che si era riciclata nel PD appena nato.

Ma quel Movimento non era ancora “né di destra né di sinistra”, come gli piacque dichiararsi più tardi; quel Movimento era opposto a una destra, proprio come disse Grillo: “Alla fine resteremo solo io e il nano”. Sì, perché esistono solo due partiti: il partito dei pochi, che si candidano ad opprimere, e quello dei molti il cui destino sociale è quello di essere oppressi. E il Movimento era nato per rappresentare gli oppressi, cioè i molti, quelli che proprio attraverso il coinvolgimento attivo di una parte di loro avrebbero dovuto alla fine acquistare coscienza. Gli attivisti erano ciò che i rivoluzionari furono per il socialismo, l’avanguardia, il  lievito di una rivoluzione democratica e incruenta.

Se gli oppressori si considerano destra, allora noi siamo sinistra, non una delle sinistre, noi siamo l’unica sinistra. Quella che ha rimosso i suoi falsi rappresentanti e che si è costituita partito contro i servi dei padroni, in qualunque modo essi si vogliano chiamare, e qualunque sia la loro collocazione parlamentare. I nostri nemici sono sempre di destra: la destra reazionaria, la destra conservatrice, la destra camuffata sotto le insegne della sinistra, ed è bene che questo Grillo lo sappia, per quanto sia un rivoluzionario della mutua così come è stato più volte indicato, e per quanto abbia avuto dei meriti innegabili, storici, che appunto come storia devono essere accantonati. Forse lui stesso ha dimenticato il momento politico in cui gli è sorta l’ambizione di prendere consensi di qua e di là degli schieramenti. Lui stesso ha dimenticato che ha concepito un’organizzazione né di destra né di sinistra solo quando è caduto l’ultimo governo Berlusconi, solo quando tutto il bacino reazionario era restato orfano del leader. E’ stato allora che nel Movimento abbiamo dovuto sopportare le cosiddette anime, quelle a cui non si poteva dire: avete sbagliato partito, quelle che avevano idee del tutto reazionarie spacciate per radicali e rivoluzionarie. Un’attesa decennale in cui l’unica vivezza dei meetup, ora gruppi territoriali, era stato l’incancrenimento della lotta politica che sorpassava ogni altro proposito ideale. Il famoso post-ideologico era un organismo anarchico, litigioso, che non accettava autorità, e che alla prima occasione tradiva. Ebbene, caro Beppe, tienitelo caro quel movimento. Noi adesso dobbiamo fare i conti con altri problemi. La tua è una storia archiviata.


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